Soveria, i giovani per il futuro del territorio
Parlare di giovani non ha niente a che vedere con il futuro ha, invece, a che vedere esclusivamente con il nostro presente. Non hanno più senso quei discorsi improntati sulle capacità dei giovani di assumersi in futuro responsabilità politiche, amministrative e di ogni altro genere, quando la nostra società negli ultimi decenni ci ha negato il diritto di decidere di noi stessi.
Alcuni dei problemi che tormentano il nostro territorio sono noti da tempo: precarietà, selezione sociale operata nelle professioni, servizi pubblici inesistenti o ridotti al lumicino, declino demografico. Altri problemi hanno appena cominciato ad emergere ed aggravarsi: la possibilità di farsi una famiglia, di potersi muovere con meno costrizioni, di non essere costretti al baciamano politico per poter lavorare, al costante ed implacabile spopolamento dei nostri territori.
Se vogliamo rispondere al significato vero del termine politica per mirare alla sopravvivenza del nostro bel territorio dobbiamo avere il coraggio di confrontarci non solo con i nostri coetanei al fine di lavorare insieme per trovare soluzioni condivise ma anche rapportarci con le generazioni più adulte perfino con i cosiddetti “anziani della politica” i quali se oggi decidono di avere un ruolo credo che debbano prima di tutto non rimpiangere il passato, come fanno troppo spesso; in secondo luogo, essendo “anziani”, devono collaborare fattivamente mettendo a disposizione la loro esperienza, la loro maturità e, se ne hanno, saggezza, per contribuire a superare l’attuale crisi.
E’ inutile attendere la politica nazionale o regionale, sempre troppo impegnata a rincorrere le emergenze e che, in ogni occasione, sempre promette di volerci includere ma che poi metodicamente disattende le promesse fatte.
I giovani si devono occupare di politica perché la politica si occupa in ogni caso di loro, volenti o nolenti. In che modo? Dalla sanità al lavoro, dalle scuole alla sicurezza fino allo sport…tutto passa per la politica. Non ci si rende conto che astenendosi si favorisco i soliti furbetti del quartierino.
Fare politica significa innanzitutto passione, voglia di dedicarsi al bene comune e fiducia in un futuro diverso e migliore.
Mettiamoci la faccia! Non si può far nulla chiamandosi fuori da tutto per poi aver sempre da ridire su quello che viene fatto. Solo con l’impegno comune e il supporto di tutti, soprattutto delle nuove generazioni, si può migliorare il nostro Paese. La politica significa partecipare, discutere, confrontarsi, conoscere e conoscersi ma soprattutto significa crescere. I giovani in politica sono essenziali non solo per la freschezza delle idee di cui sono portatori, ma anche per il forte coinvolgimento emotivo nelle cause in cui essi credono. L’obbiettivo deve essere quello di cooperare, per realizzare rapporti basati sulla fiducia e sul rispetto reciproco.
“La libertà non è star sopra un albero, non è neanche avere un’opinione, la libertà non è uno spazio libero, LIBERTA’ E’ PARTECIPAZIONE.” Così cantava Giorgio Gaber in una delle sue più celebri canzoni. Non riesco a pensare ad una frase più chiara, semplice e diretta per significare quanto sino ad ora detto. Non dobbiamo rassegnarci, al contrario è necessario attivarsi. Bisogna partecipare e controllare che la vita pubblica sia il più possibile sana. Mi ripeto. Non rassegnazione ma attivazione. Adoperiamoci tutti per il bene comune, basta lamentarsi di una politica che si occupa poco di noi, occupiamoci noi di Lei.
Avv. Antonio Chiodo
Capogruppo – Consigliere di maggioranza Comune di Soveria Mannelli