Sold Out al cineteatro metropolitano per Rhegion, la fondazione secondo Castrizio, il racconto multiplo della citta’ secondo l’amaca
Reggio ha una antica e gloriosa origine. Non tutti la conoscono e qualcuno l’ha dimenticata, anche alla luce del patrimonio identitario disperso e di certi usi e costumi moderni. “L’Amaca” ha voluto tirare fuori questa storia che affonda le radici in ben otto secoli prima Cristo. E l’ha fatto con “Rhegion, la fondazione secondo Castrizio”, evento che domenica pomeriggio ha fatto registrare il pienone al Cineteatro Metropolitano e che ha aperto la rassegna “Terzo Spazio” messa su dall’associazione culturale guidata da Antonio Calabrò. Si potrebbe definire un “racconto multiplo”, quello avutosi sul palco di via Nino Bixio. “Multiplo perché la narrazione è stata animata dalla coinvolgente conoscenza storica del professor Daniele Castrizio; dall’abile recitazione di Daniela De Blasio, Valeria Siclari, Nino Cervettini, Teo Zema, Umberto Aguglia, Anna Rita Fadda, Santo De Stefano e Dario Zema; dalle magiche musiche di Fulvio Cama e Sebastian Trunfio. Un “mix” perfetto fra proposizione scientifica di fonti storiche; scenette che hanno dimostrato qualità attoriali nel romanzare la storia, nel far riflettere sul presente, nel divertire; musiche appositamente composte che, insieme a costumi e scenografie autoprodotti, hanno fatto respirare l’atmosfera di quell’epoca. La storia di Reggio è iniziata da Calcide, città greca dalla quale partirono i protagonisti, non prima di essere simpaticamente scoraggiati da una delle tante profezie della “Pizia”: “Vedo tonnellate di salsiccia per strada; persone accalcate in una grande arena che urlano come ossessi intorno ad atleti che rincorrono un pallone, con uno straccio amaranto in mano, che urlano contro quelli dall’altra parte del mare chiamandoli ‘buddaci’; gente passeggiare avanti ed indietro su una strada parallela al mare ed inveire contro ogni capo. Meglio che mi taccio…”. Non solo satira sul presente, ma, soprattutto, divulgazione storica ed identità reggina. Infatti, i protagonisti, forti anche della parole della Pizia “Laddove il fiume Apsias, il più sacro dei fiumi, si getta in mare, troverete una femmina che si unisce ad un maschio, là fonderete la città”, intrepidi, incontrando una vite stretta ad un fico alla foce dello stesso Calopinace, fondarono Reggio, dando vita ad una storia brillantemente evocata da Castrizio che, tra i miti antichi e la storia che la vide forte, potente e florida, come, ad esempio, a fianco di Roma, ha ricordato come quella dello Stretto sia la città più antica d’Italia e come abbia un passato del quale i reggini dovrebbero essere orgogliosi e coerenti con esso. «Abbiamo raccontato le tre fondazioni Reggio, quelle di Eolo, Giocastro e la greca; sottolineato la certezza della data del 743 avanti Cristo; come la città sia nata dall’incrocio fra la componente ionica, alla quale erano propri cultura e commercio, e quella dorica, alla quale appartenevano disciplina ed arte militare, un incrocio che per almeno due-tre secoli ha dato grandi frutti; esaltato la figura di Anassila, unico vero politico in tremila anni di storia reggina, capito ciò che Reggio aveva un senso sullo Stretto e che doveva guardare alla sua montagna» ha spiegato Castrizio. «La nostra narrazione su più livelli, un’ibridazione fra conoscenza storica e voglia di divertirci, è stata apprezzata dal nostro pubblico. Siamo felici» ha commentato Calabrò dando appuntamento al prossimo evento di domenica 18 novembre “Buon compleanno satanasso – Tex e la frontiera”.