Si scrive Acqua. Si legge Democrazia.

Si scrive Acqua. Si legge Democrazia. Non è solo uno slogan di qualche tempo fa, è , invece, la base di ogni vivere civile.
L’ acqua è il bene comune per antonomasia e più di ogni altro bene è stato vittima di un sistema economico predatorio che, usando i meccanismi della privatizzazione, ha prodotto effetti devastanti.
È un bene demaniale di primaria e vitale importanza, soddisfa interessi generali fondamentali la cui cura discende dalle prerogative dello Stato e degli enti pubblici territoriali e l’attribuzione ad esso della aggettivazione ” di rilevanza economica” ha creato distorsioni e illegittimità.
L’esternalizzazione dei servizi pubblici locali, le logiche del mercato e relazioni sempre più ambigue pubblico/ privato, hanno ingenerato disfunzioni e costi lievitati esponenzialmente.
La normativa e studi approfonditi a riguardo rivelano che la captazione e la distribuzione stessa dell’acqua dovrebbero essere pubbliche, perché il principio discende direttamente dall’art. 43 della Costituzione.
La gestione pubblica si realizza soltanto con un’azienda di diritto pubblico che ha come finalità quella di creare il soddisfacimento di bisogni collettivi di pubblico interesse;
per sua natura una SPA, invece, ha una finalità diversa rispetto all’utilità sociale e alla funzione pubblica, mirando in primis al perseguimento del profitto.
Il Movimento 10 Idee per la Calabria in data 11 luglio 2019 ha tenuto una Assemblea pubblica sull’Acqua Bene Comune in collaborazione con il Codacons e con il Movimento Acqua Pubblica, Comitato 11 Giugno.
La vicenda ” acqua” nella Regione Calabria ha assunto un rilievo non più sommerso o eludibile.
La Regione Calabria ha affidato la gestione dei propri acquedotti di adduzione , a partire dal 1 novembre 2004 , alla So.Ri.Cal SpA, una società mista partecipata della stessa regione( 53,50 per cento) e dalla multinazionale francese Veolia ( 46,50 per cento).
L’avv. Francesco Di Lieto Vicepresidente nazionale del Codacons e l’ing. Giovanni Di Leo attivista dei Movimenti per l’ Acqua pubblica e referente del Comitato 11 giugno ” Restiamo Umani”, hanno spiegato , con dati tecnici e documetali, la portata della illegittima predisposizione degli adeguamenti tariffari applicati a tutti i comuni calabresi dalla società So.Ri.Cal. Spa.
Tali adeguatamenti tariffari sono stati determinati con procedure regionali o dalla stessa So.Ri.Cal SpA in assoluta inosservanza della normativa vigente in materia che assegnava allo Stato la competenza degli adeguamenti delle tariffe idriche e addirittura disattendendo quanto stabilito dalla Corte Costituzionale.
La Corte Costituzionale, infatti, nel decidere il ricorso per conflitto di attribuzione promosso dalla Regione Calabria, in merito alla possibilità della stessa di normare la materia degli adeguamenti tariffari, lo aveva rigettato.
Gli aumenti delle tariffe idriche sono, quindi, di competenza esclusiva dello Stato; pur tuttavia la Regione non si sarebbe mai adeguata alla sentenza della Corte Costituzionale lasciando invariate le tariffe che aveva illegittimamente determinato e sulle quali sarebbero stati applicati i successivi incrementi tariffari.
L’applicazione delle tariffe, dichiarate illegittime dalla Corte Costituzionale e quelle previste dalle normative vigenti in materia ha determinato un maggiore importo fatturato ai comuni calabresi valutabile, a tutto il 2018, in circa 190 milioni di euro.
Per il solo comune di Reggio Calabria, a titolo meramente esemplificativo, la cifra sarebbe di ben sedici milioni di euro!
Il Movimento 10 Idee per la Calabria non intende accettare passivamente una situazione di tale onere e portata per i cittadini.
Affiancherà il Codacons e il Movimento per l’Acqua Pubblica nella loro battaglia di conoscenza e trasparenza.
Invita, pertanto, la Regione Calabria ad adeguarsi alle sentenze della Corte Costituzionale e a dare connotazione pubblica al bene Acqua.
Invita i comuni, nelle persone dei loro sindaci a farsi parte attiva nella richiesta dei rimborsi di quanto pagato in eccesso dai cittadini , dichiarandosi sin da ora disponibile a incontri tesi a fare luce sulla incresciosa vicenda.
Solo così si rimetterà in connessione la sovranità con il suo unico titolare: il popolo che per ben due volte col voto aveva dichiarato con uno slogan divenuto un mantra inascoltato: fuori l’Acqua dal Mercato, fuori il Mercato dall’Acqua!