Servizi socio–assistenziali, Luberto e Rende: “Mettere in campo tutte le risorse disponibili per un’ottimale progettazione”
COSENZA – “Avvertiamo la necessità di sollecitare il rispetto dei tempi previsti entro questo mese corrente per la richiesta e l’utilizzo dei fondi europei pari a circa 40 milioni destinati alla Regione Calabria per i Servizi socio-assistenziali per i prossimi tre anni anche nell’Ambito territoriale dell’Area cosentina già rallentato dalla non felice separazione con quello di Rende”.
Lo scrivono in una nota i consiglieri comunali Francesco Luberto e Bianca Rende del gruppo BiancaRendeSindaca.
“Come noto, il dissesto del capoluogo ha praticamente annullato il settore amministrativo dei predetti servizi e lasciato di fatto solo il nobile volontariato cattolico e del Terzo settore a fronteggiare la crisi resa ancora più drammatica dalla concomitanza della pandemia da Covid.
Si tratta di superare un grave ritardo cronico entro pochi giorni, recuperando le risorse umane che finanziarie ancora disponibili, sollecitandone e valorizzandone l’impegno prima che il settore pubblico e proprio del Comune torni a riorganizzarsi in questo come in altri settori quasi azzerati e condannati a seguire i tempi medio-lunghi delle conseguenze dissestuali che oggi possiamo pensare di fronteggiare solo grazie ai fondi europei. Non si parte, fortunatamente, da niente ma dai piani di zona esistenti e da rilanciare in un contesto progettuale auspicabilmente più integrativo e non ripetitivo, perseguendo la strategia del Consorzio tra Ambiti e avvalendosi, per le attività di progettazione, della collaborazione di realtà consolidate e competenti come il CSV e il Terzo settore – aggiungono.
Sono in gioco servizi fondamentali per la vita e il benessere dei cittadini più fragili come, ad esempio, il sostegno alle capacità genitoriali e di prevenzione della vulnerabilità delle famiglie e dei bambini, l’autonomia degli anziani non autosufficienti, il rafforzamento dei servizi sociali domiciliari, per garantire la dimissione anticipata assistita e prevenire l’ospedalizzazione, ovvero favorire l’autonomia delle persone con disabilità, gli interventi sulla povertà estrema e di prima accoglienza (Housing first).
Sarebbe quanto mai necessario un serio ragionamento politico sulle molte linee di intervento disponibili e l’attivazione di un dialogo tra realtà contigue che, mentre persegua la specializzazione dei servizi per la soddisfazione di emergenze ormai ataviche, realizzi le più opportune economie di scala ed incalzi la Regione Calabria sull’esercizio di un ruolo programmatorio strategico non delegabile, pur nel rispetto dei tempi strettissimi previsti dai calendari europei.
La grande sfida delle vecchie e nuove povertà – concludono Luberto e Rende – richiede una velocizzazione di pochi giorni per evitare il triste fenomeno dei fondi Ue inutilizzati o in grave ritardo anche nel settore socio-sanitario e familiare più colpito dalla riluttanza alla vaccinazione e dalla maggiore “vulnerabilità” di anziani e bambini che dettano la qualità e la discontinuità di una “nuova” e vera intesa tra Cosenza e Rende al di là delle continue e varie contingenze.