Sede Zes Gioia Tauro a Lamezia? un ritorno a scelte di prima Repubblica
DemA Calabria: “No a un commissario di fatto in smart working”
La paventata decisione del neo-commissario governativo alla ZES di Gioia Tauro, che avrebbe già scelto, seppur non ancora ufficializzato, di insediare gli uffici commissariali della ZES di Gioia Tauro nell’area industriale di Lamezia Terme, appare con evidenza come una scelta pensata più per ragioni personali che istituzionali. Una scelta col sapore da prima repubblica e baricentrica sulla carta, ma non funzionale agli scopi economici della ZES.
Dalla stampa apprendiamo ragioni e giustificazioni che sarebbero tragicomiche se non avessero aspetti sconcertanti.
Per il commissario D’Andrea la ragione principale della scelta lametina sarebbe la vicinanza con gli uffici regionali (di Regione e Corap in liquidazione), con i quali dover stabilire costanti contatti e sinergie, e non la vicinanza all’area pulsante della ZES e cioè il porto di Gioia Tauro, la cui importanza strategica è chiara ovunque nel mondo e nelle normative istitutive e regolamentari della ZES, tranne che nei pensieri del commissario D’Andrea, che seppur calabrese di nascita (di Cerchiara/Trebisacce, agli antipodi da Gioia Tauro), è milanese d’adozione.
Di certo l’area industriale di Lamezia è di poco più vicina di Gioia Tauro a Trebisacce, ma è anche e soprattutto a pochi minuti dall’aeroporto internazionale di Lamezia con i suoi frequenti voli da e per Milano, il che agevolerebbe e non di poco un pendolarismo calabro-lombardo per un boiardo di Stato ormai da decenni radicato a Milano.
Potrebbe essere questa la ragione che spingerebbe il dott. Federico Maurizio D’Andrea a tenersi lontano dal cuore dell’area per il quale il Governo nazionale lo ha inviato in Calabria?
Sono proprio le sue dichiarazioni, che provano grossolanamente a minimizzare e quasi a trasformare in personali desiderata l’ipotesi lametina, a rendere ingiustificabile la scelta di non presidiare fisicamente ed istituzionalmente l’area “core” della ZES, con tutto ciò che ne consegue in termini di mancata visione d’insieme, di contatti operativi con la realtà industriale e logistica e persino con l’Autorità di Sistema portuale del Tirreno Meridionale, che pur avendo competenza sui principali porti calabresi NON ha una sede sterilmente “baricentrica”, ma proprio a Gioia Tauro.
Per questo diciamo un forte NO a una intenzione che appesantirebbe, questo sì, tutti gli altri attori della ZES, costretti a gravose e dispendiose trasferte lametine, un NO a favore del giusto rilancio della Calabria, un NO a un commissario di fatto in smart working e senza alcun vero, giustificato e giustificabile motivo.
demA Calabria