Santa Cristina d’Aspromonte, la Città Metropolitana attenziona l’ex “112” ma serve un intervento immediato
Dopo diversi allarmi lanciati dai cittadini di Santa Cristina d’Aspromonte in merito alla disastrosa
situazione della Strada Provinciale 2 che sta danneggiando l’economia locale e quella dei comuni
limitrofi, la Città Metropolitana di Reggio Calabria si è assunta l’impegno di finanziare i lavori di
ripristino e messa in sicurezza del tratto della ex 112 che interessa il piccolo centro aspromontano.
A causa dell’imminente arrivo della stagione autunnale il portavoce degli abitanti della cittadina
Daniele Tedesco ricorda però l’importanza di un intervento immediato.
Il grido d’aiuto lanciato dai cittadini di Santa Cristina d’Aspromonte in merito alla critica
situazione della Strada Provinciale 2 nel tratto che interessa il loro comune non è rimasto
inascoltato. Dopo diverse missive inviate dal portavoce degli abitanti del piccolo centro
aspromontano, Daniele Tedesco, la Città Metropolitana di Reggio Calabria ha finalmente messo
nella propria agenda il problema impegnandosi a farsi carico dei lavori di ripristino e messa in
sicurezza del tratto in questione dell’ex “112”, la strada che collegava Bovalino a Bagnara passando
proprio da Santa Cristina d’Aspromonte. Dopo i numerosi solleciti l’ente ha infatti deciso di
utilizzare parte del finanziamento da 3,2 milioni di euro stanziato per i lavori urgenti sulla stessa
SP2 (ma solo nelle tratte ricadenti nei territori dei comuni di Bovalino, Benestare, Platì e Careri)
anche per il ripristino e messa in sicurezza del tratto tra il km 44 e il km 46 ricadente nel
comune di Santa Cristina d’Aspromonte.
Un problema che negli ultimi 8 anni non ha solo compromesso la viabilità da e per la cittadina
aspromontana, ma ha anche danneggiato, e sta ancora danneggiando, l’economia locale e quella
dei comuni limitrofi a cui dovrebbe dunque essere posto rimedio con l’unica via d’accesso a
tantissimi terreni agricoli della zona ripristinata per permettere ai proprietari di accedere a questi
fondi, per quasi tutti unica fonte di sostentamento, con i macchinari agricoli necessari alla raccolta e
al trasporto dei prodotti coltivati.
Dopo aver espresso la propria felicità per aver ricevuto finalmente una risposta da parte delle
istituzioni (che si sono anche dette disposte a partecipare ad un eventuale tavolo tecnico sulla
questione), Daniele Tedesco, facendosi ancora una volta portavoce dei cittadini di Santa Cristina
d’Aspromonte ricorda però l’importanza di un intervento immediato a causa dell’avvicinarsi
della stagione invernale che potrebbe aggravare ulteriormente il problema:
“Urge adesso che i lavori di ripristino e messa in sicurezza della SP2 di cui la Città
Metropolitana si è fatta carico vengano completati nell’immediato. Durante il periodo estivo,
numerosi sono stati gli incendi che hanno colpito il nostro Paese, tali eventi hanno portato alla
chiusura del tratto di strada a causa della pericolosità, dettata anzitutto dalla mancata
manutenzione della rete Metallica, disposta a protezione dei massi in caduta, come pure l’assenza
di qualsivoglia tipo di barriera naturale, ovvero le radici degli alberi, le quali fungono da sostegno
ad un terreno che, considerato anche l’approssimarsi della stagione invernale, inevitabilmente
porterà al cedimento dello stesso – ha infatti ammonito Daniele Tedesco –.
Come se non bastasse, ad incentivare le preoccupazioni dei residenti, vi è l’imminente stagione
autunnale che dà il via al trasporto di legname per la vendita e per l’autoconsumo, oltre alla
preparazione dei fondi per la raccolta delle olive, ed infatti l’ostacolo maggiore si presenta per
l’appunto in questo periodo, in quanto è richiesta un’assiduità sui terreni agricoli praticamente
costante nelle settimane utili a tale scopo – prosegue poi il portavoce dei cittadini di Santa Cristina
d’Aspromonte –. In aggiunta è necessario sottolineare con decisione che con l’imminente inizio
dell’anno scolastico, e la mancata apertura della strada, chi frequenta le scuole nei comuni
limitrofi sarà costretto ad affrontare tragitti indubbiamente più lunghi, i quali inevitabilmente
comporteranno disagi anche alle loro famiglie, costrette a conciliare il ritorno dei figli con
l’orario di lavoro”.