Russo: “saremo oltre 4.000 a Roma per chiedere attenzione per il Sud”

l segretario generale della Cisl Calabria espone il temi da portare alla manifestazione nazionale: “Non abbiamo bisogno di assistenza, ma politiche vere di sviluppo e occupazione”. E il segretario generale aggiunto Luigi Sbarra: “Mezzogiorno assente nelle politiche del Governo”

 

CATANZARO, 23.01.2019 – “Il vero male della Calabria resta il lavoro che manca e che costringe migliaia di giovani, spesso i migliori, a partire per cercare ‘fortuna’ altrove. Impoverendo i territori e condizionando negativamente qualsiasi ipotesi di riscatto futuro della regione. Tutto questo mentre il Governo non affronta con nessuna misura la ricostruzione economica e sociale del Sud e della Calabria in particolare”. È in sintesi il pensiero espresso dal segretario generale della Cisl Calabria, Tonino Russo, nel corso dell’incontro “Calabria: tra disoccupazione, emigrazione giovanile e migrazione sanitaria, quali prospettive per il futuro?”. Un appuntamento, promosso dalla Cisl “Magna Graecia” e che si è svolto all’interno della Casa delle Culture della Provincia di Catanzaro e che è servito anche a fare il punto dell’emergenze che vive la regione e organizzare al meglio la risposta che la Cisl, assieme a Cgil e Uil, ha messo in piedi con la manifestazione unitaria del 9 febbraio a Roma. “Contiamo di portare con noi – ha detto a questo proposito Russo – oltre quattromila lavoratori, lavoratrici e pensionati calabresi per chiedere al Governo di cambiare rotta soprattutto sulle politiche sul Mezzogiorno. Oggi assenti”. “Il Paese e la Calabria in particolare – ha sottolineato – ha bisogno di misure che facilitino la crescita e lo sviluppo e non di assistenzialismo. Qui sussistono carenze infrastrutturali paurose e necessità di adeguare quelle poche esistenti. E a fronte di ciò si assiste ad una politica adottata dal governo di blocco sistematico anche di cantieri già progettati e finanziati”. Il riferimento del segretario generale della Cisl Calabria, “è all’adeguamento della statale 106. C’è oltre un miliardo e 500 milioni di euro di investimenti fermi in attesa che si aprano i cantieri”. Ma l’emergenza riguarda anche il comparto sanità. “Questa è una regione da cui si emigra anche per curarsi – denuncia . Oltre 300 milioni di euro finiscono nelle casse delle altre Regioni mentre è in vigore una delle tassazioni maggiori proprio per offrire servizi sanitari inesistenti”. Secondo Russo, “un danno che si somma alla beffa”. “E non giova – sottolinea – la continua conflittualità tra Regione e Commissari su questo tema che finisce solo per irrigidire posizioni di potere senza affrontare il vero dramma che vivono i calabresi costretti, a proprie spese, a sostenere costosissime trasferte per vedersi garantire il loro diritto sacrosanto alla salute”. Da qui, anche, le ragioni della protesta che sarà portata a Roma.
Il dibattito è stato aperto dalla relazione del segretario generale della Cisl ‘Magna Graecia’ Francesco Mingrone: “Se il Governo vuole veramente rimettere i diritti di cittadinanza e il reddito dignitoso al centro del riscatto del paese, allora deve partire dalle sue aree sociali più deboli. E, con coerenza, dare certezze a tanti nuclei familiari che non vogliono provvidenze caritatevoli, ma intendono invece partecipare attivamente, attraverso la dignità del lavoro, la sua qualità, il suo valore sociale, allo sviluppo delle proprie comunità”.
A concludere i lavori, dopo gli interventi di monsignor Vincenzo Bertolone, arcivescovo Metropolita di Catanzaro/Squillace, di Sergio Abramo, presidente della Provincia di Catanzaro e del componente della commissione Lavoro della Camera dei deputati Antonio Viscomi, il segretario generale aggiunto della Cisl Luigi Sbarra. “C’è un governo cosiddetto del cambiamento – ha sostenuto Sbarra – che si chiude e non si apre al confronto, al dialogo e alla condivisione. Oggi  sarebbe il tempo di costruire, attraverso la concertazione, un nuovo e moderno patto sociale per l’economia, la crescita, il lavoro. Vediamo invece un tentativo di chiudersi e di evitare qualsiasi confronto. Il 10 dicembre abbiamo chiesto al presidente del Consiglio di acquisire pezzi della nostra piattaforma unitaria per cambiare la legge di bilancio, ma abbiamo visto che nulla di tutto questo si è realizzato”. Ma Sbarra è tornato anche sul tema dell’unità sindacale. “Far ritornare in agenda il tema della ricostruzione di un percorso di unità sindacale è importante, lo ha detto la mia segretaria generale Annamaria Furlan al congresso della Cgil. Bisogna ragionare sul modello di unità sindacale: secondo noi, questo percorso deve partire dal basso, contaminare i luoghi di lavoro, parlare alle persone e ai sentimenti delle persone, e dal basso spingere verso l’alto”. Per Sbarra, “la manifestazione del 9 febbraio rappresenta una risposta importante anche sotto questo profilo”. “Abbiamo indicato le nostre priorità – ha detto il segretario generale aggiunto – infrastrutture, politiche industriali, riforma fiscale, Mezzogiorno, ammortizzatori sociali, investimenti nella scuola e nella formazione – ma non vediamo nulla di tutto questo, e i tavoli che ci avevano promesso non si aprono. Ecco perché torniamo in piazza per chiedere una svolta vera nella politica economica e finanziaria del governo”.