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Roberto Riccardi, Comandante del Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale, ha tenuto una lezione sul tema “Intelligence e beni culturali”, durante il Master in Intelligence dell’Università della Calabria, diretto da Mario Caligiuri

Riccardi ha esordito con un’analisi etimologica del termine “patrimonio”, che deriva dal latino pater munus, il dono del padre, così intendendo l’eredità lasciata dai nostri antenati e che dobbiamo preservare per tramandarla ad altri.

L’attenzione alla conservazione dei beni culturali è sempre stata una prerogativa, in particolare dei più ricchi di beni culturali, che si sono premurati di dotarsi di norme finalizzate a tutelare i beni dai traffici illeciti.

In quest’ottica, Riccardi ha ripercorso l’evoluzione della nostra legislazione nazionale, partendo dalla prima legge del 1909 in tema di tutela dei beni culturali, passando per la legge 1089 del 1939, promossa da Bottai in piena epoca fascista, allora Ministro dell’Educazione Nazionale, e, prima ancora di arrivare all’attuale Decreto Legislativo n. 42 del 2004, versione più aggiornata della normativa di tutela, ha sottolineato l’importanza dell’Art. 9 della nostra Costituzione che prevede che “La Repubblica tutela il paesaggio ed il patrimonio storico e artistico della Nazione”.

L’Ufficiale ha quindi sottolineato il fatto che le leggi “sono figliedella storia” ed in effetti sarà proprio la Seconda Guerra Mondiale – in cui si sono registrati danni irreparabili al patrimonio artistico, acuiti dall’opera di saccheggio promossa dal regime nazista – a fare da apripista per un profondo progetto di riforma che ha condotto al complesso normativo odierno.

“Per tutelare il patrimonio artistico e paesaggistico italiano – ha proseguito Riccardi – che conta oltre 5.000 musei e circa 300 aree archeologiche è stato istituito il 3 maggio del 1969, con un anno di anticipo rispetto all’invito rivolto dall’Unesco agli Stati di dotarsi di strutture per tutelare i beni culturali, il Nucleo Tutela Patrimonio Artistico, embrione dell’attuale Comando, in coincidenza con una serie di furti di opere d’arte in Sicilia, tra i quali quello perpetrato all’oratorio di San Lorenzo a Palermo, dal quale fu sottratto il celebre quadro della “Natività” di Caravaggio.

“L’obiettivo dell’Arma – ha precisato il Generale – è quello di istituire un presidio in ogni regione proprio al fine di favorire il processo di raccolta delle informazioni e, quindi, di intelligence, sul territorio, con personale altamente specializzato, da impiegare sia nell’attività preventiva che in quella investigativa e di contrasto”.

Riccardi ha poi specificato che “i furti ed il traffico illecito di beni culturali rappresentano una piaga endemica non solo a livello italiano bensì anche a livello mondiale. Basti pensare che l’Unesco, l’Europol, i Caschi Blu della Cultura nonché l’Istituto Internazionale per l’Unificazione del Diritto Privato, si dedicano all’attività di tutela del patrimonio culturale ed, inoltre, le Corti Europee e le Corti Internazionali hanno equiparato il furto di opere d’arte ai crimini di guerra e, in quest’ottica, la Convenzione Internazionale dell’Aja del 1954 cerca di contrastare a livello internazionale il fenomeno dei furti di opere d’arte legate alle guerre”.

Il docente ha poi ricordato che l’azione di contrasto, sempre più incessante, avvalorata da una simultanea attività di HUMINT, con contatti sul territorio, e di SIGINT, attraverso indagini squisitamente tecniche, ha permesso di raggiungere importanti risultati specie nel campo della contraffazione delle opere eall’individuazione di criminali dediti a questo tipo di reati, come i cosiddetti tombaroli.

“Un’eccellenza del nostro Paese – ha rimarcato il Generale – è rappresentata dalla Banca Dati dei beni culturali rubati che è la più importante al mondo, poiché vi sono censite oltre un milione e trecentomila opere da ricercare: uno strumento preziosissimo a disposizione dell’intera comunità internazionale. Entro la fine del 2022 la Banca Dati sarà dotata di un software per la comparazione automatica delle immagini, così da consentire una ricerca delle opere non solo in rete ma anche nel dark web”.

Riccardi ha proseguito ricordando l’importante azione svolta dall’Arma dei Carabinieri: in poco più di mezzo secolo sono state recuperate e restituite alla collettività nazionale oltre tre milioni e mezzo di opere. Solo negli ultimi due anni sono stati messi a segno importanti colpi alla criminalità. Solo a titolo di esempio, il Generale ha ricordato l’operazione Taras, compiuta dai Carabinieri nel 2020, con lo smantellamento di una organizzazione dedita al traffico di reperti e con il recupero di oltre duemila pezzi archeologici o, ancora, nel dicembre del 2021, con il recupero di oltre 200 antichità trafugate in Italia e rivendute negli USA da un trafficante italiano.

Riccardi ha quindi concluso affermando che la tutela del patrimonio culturale è un settore di cui l’Italia può essere orgogliosa nel mondo.