Risposta a Rapporto Pendolaria 2025 di Legambiente sul trasporto su rotaia in Calabria

Nelle scorse ore, abbiamo avuto modo di visionare il Rapporto Pendolaria 2025 di Legambiente, relativamente alla situazione del trasporto Regionale su rotaia in Calabria.
Anche questa volta, più degli scorsi anni, siamo rimasti a dir poco allibiti dalla lunga sequenza di informazioni errate, obsolete e fuorvianti, che male si addicono ad una Associazione ambientalista (peraltro confederata ad AMODO – Alleanza Mobilità Dolce ), che dovrebbe promuovere l’utilizzo del trasporto su rotaia e non certo scoraggiarne l’uso attraverso la diffusione di notizie palesemente false.
 
Noi di Associazione Ferrovie in Calabria vogliamo solo sperare nella buona fede di chi ha redatto questo ennesimo Rapporto Pendolaria, semplicemente perché, come accade da anni, anche se mai lo abbiamo fatto notare, il documento sembra essere semplicemente…un copia e incolla del Rapporto Pendolaria del 2023, del 2022, del 2021 e così via. Un copia e incolla che va avanti da almeno 5 anni, incurante di tutti i cambiamenti epocali che nel frattempo sono avvenuti in Calabria relativamente al trasporto Regionale.
Sarebbe davvero molto lungo analizzare e ribattere punto per punto a quanto abbiamo letto nel Rapporto, pero ci teniamo a soffermarci su due aspetti:
 
Il Rapporto Pendolaria parla di un’età media del materiale rotabile calabrese di Trenitalia superiore ai 20 anni: a noi, anche volendo non considerare i dati correttamente e puntualmente comunicati da Trenitalia, risulta invece che l’età media sia scesa a soli 9 anni, se si considera che già ben 20 nuovi convogli tra elettrici (ETR 104 Pop) ed ibridi (HTR 412 Blues) sono stati consegnati negli ultimi due anni alla Direzione Regionale Calabria di Trenitalia. 
In questo frangente, sono state accantonate più della metà delle automotrici diesel ALn663, risalenti ai primi anni ’80, unici rotabili che mantenevano abbastanza alta l’età media dei convogli calabresi.
Il resto del materiale rotabile già in servizio, considerando i treni Minuetto di 20 anni, gli ATR220 Swing di 8/9 anni e le vetture Medie Distanze ristrutturate integralmente negli ultimi 10 anni (sono di fatto state rese delle vetture di nuova generazione), non considerando i treni Blues e Pop entrati in servizio negli ultimi due anni, da solo manterrebbe l’età media molto inferiore ai 20 anni. Figuriamoci se la media, com’è ovvio che sia, la si va a calcolare considerando nel parco rotabili, treni che non hanno neanche due anni di vita.
 
L’altro dato palesemente falso sarebbe il presunto calo di utenti in Calabria, a bordo dei treni Regionali. Un calo che non sembrerebbe neppure quantificato, ma solo vagamente citato, incrementando ulteriormente la percezione negativa da parte di chi legge, relativamente all’offerta ferroviaria calabrese.
I dati reali, comunicati peraltro un mese fa dalla Direzione Regionale Calabria di Trenitalia, in occasione dell’inaugurazione di un ulteriore treno ibrido Blues, invece dicono il contrario: nel 2024, grazie anche al maggiore appeal del materiale rotabile pressoché interamente nuovo, in Calabria, gli utenti sono cresciuti del 10%. 
Circa 25.000 utenti, addirittura, hanno utilizzato il treno Regionale in Calabria viaggiando in comitiva ordinaria o scolastica, anche attraverso il progetto Railtour – Viaggia in Treno e Scopri la Calabria della nostra Associazione. Proprio il turismo scolastico sta conoscendo un boom senza precedenti sui treni Regionali calabresi: un settore che per decenni è stato appannaggio praticamente totale del trasporto su gomma, oggi si sposta sempre più su rotaia, e questa è una grande vittoria per l’ambiente e per la sicurezza stradale. 
Perché Legambiente di tutto ciò non ne parla? 
 
Perché Legambiente, con uno scatto di obiettività, non dovrebbe ammettere l’evidenza, cioè l’esistenza di un Contratto di Servizio tra la Regione Calabria e Trenitalia, firmato nel 2019 dalla giunta Oliverio e implementato e migliorato dalle successive giunte Regionali, che sta cambiando il volto del trasporto ferroviario Regionale calabrese? Un percorso virtuoso bipartisan, sostenuto dalla politica calabrese a prescindere dai colori ed anzi ulteriormente implementato nell’ultimo anno da Roberto Occhiuto e Gianluca Gallo , merita visibilità, non per presunti motivi politici o di protagonismo, ma per un motivo molto semplice: i calabresi devono tornare sempre di più ad utilizzare il treno, a maggior ragione in questo momento storico di profondo rinnovamento del materiale rotabile e dell’offerta ferroviaria. 
Questi ‘Rapporti Pendolaria’ raffazzonati, polemici ed obsoleti, non fanno altro, invece, che prendere a picconate ingiustamente il trasporto ferroviario e quindi la mobilità sostenibile e sicura. Alla faccia dell’ambientalismo.
Speriamo vivamente di poter leggere, il prossimo anno, un Rapporto Pendolaria 2026 dai toni diversi, realmente costruito sulla base della situazione attuale, e non quella di 5 o 10 anni fa: e, magari, prima di elaborare la nuova edizione, più di tante ricerche di dati, basterebbe fare un piccolo tour della Calabria in treno, per accorgersi che – ormai – sta diventando sempre più difficile trovarsi a bordo di un treno ‘vintage’! 
 
 
Roberto Galati 
Associazione Ferrovie in Calabria