Ripartite le risorse alle Regioni per interventi a sostegno dei caregiver familiari
Alla Calabria assegnati 2.370.518,78 di euro del Fondo per il sostegno del ruolo di cura e assistenza del caregiver familiare per gli anni 2018-2019-2020”.
Il Fondo Nazionale era stato costituito con una dotazione iniziale di 20 milioni di euro per ciascun anno del triennio 2018-2020, con una finalità però ben precisa: creare una copertura finanziaria per «interventi legislativi finalizzati al riconoscimento del valore sociale ed economico dell’attività di cura non professionale del caregiver familiare». Nel 2018, però, con il decreto legge n. 86/2018, convertito in Legge n. 97/2018 si è stabilito di finalizzare le risorse del ridetto Fondo, non più ad interventi “legislativi” utili a dare una compiuta e stabile disciplina nazionale alla materia (con meccanismi previdenziali e assicurativi per il caregiver) ma a prevedere il finanziamento di singoli interventi diretti a sostegno del caregiver. Nel medesimo anno il Fondo era incrementato di 5 milioni per gli anni 2019 e 2020. Quindi, sul finire del 2020, si aveva un Fondo con una dotazione a livello nazionale di 70 milioni di euro (20 milioni per l’anno 2018 e 25 milioni per ciascuno degli anni 2019 e 2020). Alla luce di ciò, la Regione entro il 23.03.2021 (sessantesimo giorno dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del Decreto), dovrà inviare alla Segreteria del Dipartimento centrale per le politiche della Famiglia, le linee di indirizzo che intende adottare, onde poi ottenere le risorse assegnate. In merito a ciò, l’Associazione “AMICI DI NICOLA”, organizzazione di volontariato per la tutela dei diritti delle persone con disabilità, (a nome dell’Unione Italiana delle Associazione delle persone con disabilità) ha chiesto con PEC di conferire con il Presidente della regione Calabria f.f. Nino Spirlì, e all’Assessore al welfare Gianluca Gallo, affinché gli interventi di sollievo e sostegno dei caregiver familiari possano giungere ai destinatari evitando lungaggini tecnici e burocratici che potrebbero vanificare gli aiuti e soprattutto, visto la scarsità dei fondi, eccezionalmente di utilizzare in un sol colpo le tre annualità previste. Lo scopo è di avanzare proposte anche in merito al riconoscimento dello status di caregiver familiari, riteniamo quelle persone, soprattutto donne, che hanno svolto attività di cura, non per pochi mesi/anni (magari accudendo un parente solo in prossimità del suo fine vita), ma bensì in un percorso di lunga assistenza tale da incidere in modo significativo sulla propria stessa esistenza e sull’intero assetto della propria famiglia con inevitabili ripercussioni in termini di occasioni di lavoro, di spazi sociali, ecc, spesso rischiando isolamento, marginalizzazione e depauperamento dell’assetto economico personale e familiare. Sovente queste persone hanno agito in surroga ed in sostituzione dei servizi pubblici con una vera azione di supplenza, vedendosi scaricato, quindi, di fatto, anche in termini di costi, oltre il 60% dell’intero carico assistenziale e di welfare. Alla luce di ciò si rende necessario quindi procedere preliminarmente a definire con chiarezza sia la figura del caregiver familiare, rivedendo la definizione prevista dall’art. 1 comma 255 della Legge 27 dicembre 2017, n. 205, che la platea dei beneficiari.
Associazione Amici di Nicola ODV