Richiesta informazioni al dipartimento agricoltura della Calabria sui finanziamenti “PACCHETTO GIOVANI AGRICOLTORI” calabresi.
Sentiamo spesso molti politici che si riempiono la bocca di parole di speranza, quali futuro, giovani, ricambio generazionale, sovvenzioni, crescita economica e così via, ma quasi sempre, queste belle parole, rischiano di restare solo parole, dimostrando cosi di non essere consequenziali a quello che dicono e di non attuare il suggerimento del Presidente del Consiglio Mario Draghi, di far parlare i fatti. Qualche volta le buone intenzioni da parte dei politici ci sono, ma poi nella sostanza non riescono a trasformare le buone intenzioni in fatti ed azioni concrete.Nella nostra terra, purtroppo forse siamo talmente assuefatti da questo modo di fare, che ormai è diventata una prassi consolidata e ci sembra questa la normalità, come se in tutta Italia funzioni così, ma è un errore pensare ciò. Come è successo e sta continuando a succedere con i bandi della Regione Calabria, dedicati al ricambio generazionale ed al finanziamento dei giovani che si vogliono insediare in agricoltura (pacchetto Giovani – misura PSR Calabria 2014/21).Ci sono stati solo due bandi della Regione Calabria, pubblicati negli ultimi 7 anni per finanziare i giovani aspiranti agricoltori calabresi, il primo pubblicato nel 2014 che ancora deve completare i pagamenti ed il secondo pubblicato nel 2018 di cui ancora si aspettano le graduatorie provvisorie. E’ da più di tre anni che non si sa niente di questo bando, era stato presentato come una rivoluzione, sia per quello che avrebbe generato in termini di occupazione giovanile sia dal punto di vista della spesa pubblica su cui la Calabria viene spesso bacchettata dall’Unione Europea, perché in confronto al vecchio bando sarebbe dovuto essere più veloce e con meno potenziali ricorsi, grazie alle novità introdotte, ma a quanto pare, chi doveva stilare il bando non è stato in grado neanche in questa occasione di dimostrare che l’Europa si sbagliava nei confronti della Calabria. Bisogna evidentemente cambiare modo di agire perché così si innescano diverse problematiche, tra le quali: •Sfiducia da parte dei giovani che affidano in questi bandi pubblicizzati in pompa magna molte delle loro speranze, dedicando tempo sia in fase di progettazione che in fase di attesa della pubblicazione delle graduatorie;•Sovraindebitamento da parte dei giovani agricoltori che hanno iniziato i lavori, nella speranza di vedere pubblicate le graduatorie, (i bandi indicano 90 giorni come data di istruttoria);•Incongruità nei preventivi di spesa, perché dopo 3 anni non saranno più adeguati ai rincari che ci sono stati, specie dopo questa pandemia che ha fatto lievitare tutti i prezzi;•Perdita della caratteristica di innovazione tecnologica, fondamentale per raggiungere il minimo punteggio per poter presentare la pratica di finanziamento, dopo 3 anni quello che nel 2018 era un’innovazione sarà in molti casi obsoleto;•Aggravio di spese per le aziende partecipanti per effettuare varianti ed adeguamenti indispensabili per attualizzare un progetto vecchio di più di 3 anni.•Inutile gestione fiscale, perché una richiesta imprescindibile prevista dal bando era l’apertura della partita IVA da parte degli aspiranti agricoltori, ma tale operazione ha portato alla perdita di opportunità di altre sovvenzioni previste dal governo centrale, che esigono l’assenza di posizioni IVA aperte. Non si può pubblicare un bando per aiutare i giovani ad insediarsi in agricoltura, in una regione dove ci hanno sempre raccontato che l’agricoltura doveva essere insieme al turismo il motore economico, e ancora dopo più di 3 anni non sapere nulla di tale bando.Basta dirlo apertamente e con sincerità che la divulgazione di questi bandi che non vedono mai la luce, serve solo per garantire a chi è nominato per bandirlo, che possa prendere il premio di produzione per avere impegnato le somme stanziate dalla UE, ma senza mai effettivamente spenderle, creando solo false aspettative e garantendo al politico di turno, di poter sbandierare la pubblicazione di un nuovo bando cosi da raccogliere proseliti.Perché se da una parte si sente spesso dire che i giovani calabresi vanno via dalla calabria perché non ci sono opportunità dall’altra sembra che si faccia di tutto perché queste opportunità non vengano create.Alla luce di tutto ciò la domanda che vogliamo porre all’assessore del dipartimento Agricoltura e forestazione della Regione Calabria, Gianluca Gallo, è molto semplice: “quando intendono erogare i fondi finanziati per i giovani calabresi della regione che volevano e vogliono avviare o proseguire attività agricole in Calabria?