Riceviamo e pubblichiamo. Tutino: Parla ancora la gola profonda, gestiva il Bisiness della cannabis
In esclusiva, Klaus Davi pubblica un’altra intervista sulla figura di Giuseppe Tutino, trovato morto nel vibonese a due mesi dalla sua scomparsa. A rendere queste dichiarazioni a Davi è lo stesso ex affiliato alle cosche calabresi che negli scorsi giorni aveva raccontato del passato nonché dei legami della famiglia Tutino.
Klaus Davi: “Da quanti anni lo conoscevate?”
NN: “Da una vita, forse 30 anni. Precisamente da quando era tornato dalla Francia, ma già conoscevo la sua reputazione di rapinatore che aveva in Francia”.
KD: “Chi poteva odiarlo a tal punto secondo voi?”
NN: “Posso dire solamente che Tutino era uno che aveva il vizio di rubare qualsiasi cosa nelle campagne, dagli animali agli attrezzi e ai mezzi da lavoro, ma era anche uno che teneva sotto controllo persone che coltivavano la Cannabis e, al momento giusto, andava lui di nascosto e gliela rubava. Questo significa che a Rosarno chi coltiva la cannabis è disposto anche ad uccidere per difenderla”.
KD: “Che grado aveva nella ‘Ndrangheta?”
NN: “Non mi ricordo se era stato battezzato, ma so che quando era in Francia frequentava un locale di ‘Ndrangheta, di famiglie di Rosarno tra cui Pasquale Audino, Martino Calabrese e altri, in un piccolo paese che si trova vicino Lione. Ma a Rosarno non c’era bisogno di essere battezzato per fare dell’illecito, bastava o avere un’appartenenza famigliare potente o dimostrare di essere valido per le azioni criminali”.
KD: “Ci sono inesattezze sulle parentele?”
NN: “Da quello che ho letto ci sono inesattezze parentali. Giuseppe Tutino era nipote di Gaetano Messina, Gaetano Messina è cognato di Vincenzo Pesce detto u Pacciu e Umbriacuni, non di Giuseppe Pesce come hanno scritto…”
KD: “Con chi erano legati dei Cacciola?”
NN: “Tutino era legato con quasi tutta la famiglia Cacciola, perché un altro zio di Tutino, Francesco Messina, è sposato con una Cacciola e quindi lui era imparentato con tutti i Cacciola. In particolare lui era legato a Domenico Cacciola, di cui anche di lui non si hanno più tracce dal 2015. Si presume per morte da lupara bianca per una relazione extraconiugale con Franca Bellocco, figlia del boss Pietro Bellocco”.
KD: “Chi può avere ucciso Antonia Tutino e perché?”
NN: “Da quello che so io, sono stati i fratelli Salvatore e Pasquale ad uccidere Antonia e a farla scomparire, perché aveva una relazione extraconiugale e per lavare l’onore della famiglia l’hanno fatta scomparire. Nel 2018/2019 è scomparso anche un nipote di Tutino, Rocco Chindamo, un ragazzo di appena 20 anni. So che nel 2014/2015 Giuseppe Tutino doveva andare a dare una mano ad un affiliato ad ammazzare un suo zio, avevano già programmato il piano su come ammazzarlo, ma dopo è stato annullato tutto perché si erano sistemati i problemi”.
KD: “Che messaggio vuol dare l’omicidio?”
NN: “Per come la penso io, chi ha commesso questo omicidio così atroce ha mandato il messaggio che non ha paura della famiglia Tutino. Oppure è la stessa famiglia che ha fatto un servizio del genere. Voglio dirvi che, anche se Tutino non era un grande boss, appartiene sempre a una famiglia potente, apparentate tra di loro ci sono le famiglie Pesce, Cacciola, Bellocco, Messina, De Paola, Chindamo, Ascone e Arena”.