Riceviamo e pubblichiamo. Secondo appello dal paese schifoso

A Marina di San Lorenzo, nelle vicinanze del luogo in cui un tempo sorgeva un pregevole casello ferroviario con annesso orto e connesso pollaio e oggi invece si manifesta uno spropositato edificio ( di rosa carico ammantato  per non dare troppo nell’occhio), un anonimo benemerito ha cercato di spargere il seme della civica consapevolezza, di accendere un crudo faro nelle tenebre dell’autolesionismo imperante tra gli  indigeni  e i villeggianti. Una mattina di quest’estate noi frequentatori, noi residenti, noi complici di passaggio non abbiamo potuto più nascondere a noi stessi la verità che il cartello vergato a mano dall’anonimo ci buttava in faccia: Marina di San Lorenzo è  “paese schifoso”. Il paese che ha accettato per decenni e ancora non disdegna di inserire nel tessuto urbano attività agricole inquinanti, che ha permesso a un sindaco di spargere bitume di risulta sull’ allora strada semisterrata della via marina, invece di esigere che venisse smaltito come rifiuto speciale negli appositi siti di conferimento ( adesso questo pericoloso materiale, che ha elargito per mesi alla popolazione idrocarburi policiclici aromatici, si trova in parte sotto la sabbia della spiaggia e nei fondali marini e in parte sotto la terra movimentata per i lavori del costruendo lungomare). Il paese incapace di pretendere l’introduzione della raccolta differenziata porta a porta dei rifiuti dalle insipienti amministrazioni degli ultimi lustri, e ora da un commissario prefettizio lautamente stipendiato ma non incline a seguire il sacrosanto esempio degli ultimi suoi colleghi ( Tortorella-Surace-Castaldo) attivi nel limitrofo  comune di Condofuri. Il paese in cui invece il ciclo dei rifiuti è direttamente gestito da singoli intraprendenti che appiccano roghi quando il vento soffia verso est,  li riappiccano appena vanno via i pompieri sopraggiunti per spegnerli, e poi spostano  e sistemano a piacimento  nell’ambiente i resti delle combustioni. Questi illustri esponenti del paese schifoso distribuiscono cancerogene polveri sottili a chiunque si trovi esposto alle loro imprevedibili  e continue traiettorie: e infatti il cancro dilaga nelle nostre turistiche contrade. È necessario allora invitare, per la seconda volta, il commissario Barillà a fare il suo dovere: deve al più presto trovare il modo di allineare San Lorenzo alla normativa vigente in materia di gestione dei rifiuti. Chieda consiglio,  se da solo non riesce, all’attuale amministrazione comunale di Chiaravalle Centrale (Catanzaro) che, pur avendo ereditato un buco nel bilancio pari a quindici milioni di euro, si è saputa giovare di fondi europei messi a disposizione dalla Regione Calabria  realizzando in primis un’isola ecologica e istituendo la raccolta differenziata. Al momento Chiaravalle,  con la raccolta differenziata al 77%, non è più un paese schifoso come il comune retto da lei, che nella sua frazione marina ha meritato ampiamente il disperato cartello.

 

SERAC- Salvataggio e recupero animali Calabria

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Laboratorio territoriale San Lorenzo e Condofuri

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Conservatorio grecanico