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Riceviamo e pubblichiamo. In risposta alle dichiarazioni del professore Vittorio Sgarbi nei confronti del procuratore Nicola Gratteri.

I violenti attacchi da parte di Vittorio Sgarbi nei confronti del Procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri, inducono a riflettere seriamente.
Forse il critico d’arte non sa cosa siano la ndrangheta e il potere masso-mafioso, e questa sua ignoranza lo spingerebbe a dare fiato alla sua ormai stonata tromba; ma, considerata la sua esperienza, che Sgarbi sappia fin troppo bene cosa siano la ‘ndrangheta e il potere masso-mafioso non è da escludersi.
Pertanto, appare estremamente misteriosa la matrice di un palese tentativo di indebolimento dell’azione di un autentico manutentore delle istituzioni democratiche e, ci permettiamo di aggiungere, del pensiero liberale. La rivoluzione liberale preconizzata teorizzata da Piero Gobetti non potrà che attuarsi, in Italia, che attraverso l’opera di uomini come il procuratore Nicola Gratteri, successore ligittimario di Falcone e Borsellino, sulle cui vicende molte carriere pericolose sono nate.
Il sistema mafioso è notoriamente assai articolato e raggiunge con i suoi gangli ciò che è strumentale al suo potere, e il Prof. Vittorio Sgarbi ha fornito indubitabilmente un contributo, per quanto urlato e superficiale, a tale cancro. A che titolo lo abbia fatto e con quale contegno psicologico non rileva in questa sede. Sono i fatti, la concretezza, a contare.
Ma andiamo al sodo. In una trasmissione televisiva il Prof. Sgarbi ha definito Nicola Gratteri “squadrista”.
Ebbene, la figura della capra stavolta l’ha fatta lui, perché forse non ha chiaro in mente cosa sia lo squadrismo.
Glielo spieghiamo noi cos’è, ma a modo nostro, lo squadrismo mafioso, quello che noi viviamo sulla nostra pelle, tutti i giorni.
Sgarbi approfitta dei privilegi che gli sono concessi dal fatto di essere un volto noto, un “intellettuale televisivo”, per citare Roberto D’Agostino, per sparare a zero su una persona perbene, quale è Nicola Gratteri, e di riflesso, su un popolo, quello calabrese, che depone nel suo lavoro una grande fiducia.
Squadrismo è aver fatto parte di un parlamento di nominati. Un parlamento ridotto ad un “sordo bivacco”, frequentato da molta gente che la cocaina la conosce bene e non perché, come molti agenti e magistrati, la va a cercare giorno e notte a rischio della vita, per evitare che qualche ragazzo, o ragazza, distrugga la sua vita e quella dei suoi familiari.
Squadrismo è tendere un tranello ad un imprenditore, per togliergli tutto, anche la dignità.
Squadrismo è attentare alla vita di inquirenti, togliendo loro la possibilità di respirare, ed anche ai loro cari.
Squadrismo è usare esplosivo, a Natale, per svuotare intere aree del territorio. Dalle nostre parti è successo per anni che saltassero in aria rotonde in cemento armato, panchine, in pieno centro. Fare una passeggiata era un fatto eroico.
Squadrismo è prendere possesso di intere aree del territorio attorno alle scuole per inculcare nei ragazzi la legge della paura e di un ordine nuovo, nato per annichilire le coscienze.
Squadrismo è picchiare selvaggiamente qualcuno per prendergli i suoi beni e, se non ci sta, ammazzargli un figlio. Abbiamo pianto nostri amici morti ammazzati.
Ciò detto, forse è ora che la nostra avventura virtuale prenda una direzione più concreta, al di sopra di queste “quisquilie”. Siamo 58mila, 60mila è un obiettivo vicino, ma raggiungere una “massa critica” di persone tale da smuovere ben più di una pagina facebook, è possibile. Il nostro obiettivo è far sì che l’esperienza del procuratore, così come di tanti Carabinieri, Poliziotti, Finanzieri, di tanti altri magistrati, compresi Falcone e Borsellino, non vada perduta.
Abbiamo ritenuto opportuno spendere due parole per tacitare il fastidioso bombire di tante api, o vespe, che, dopo “Rinascita-Scott”, infastidiscono il lavoro di un grande magistrato e delle Forze dell’ordine, attratte forse dal profumo di chissà quali variopinte infiorescenze.
I tempi stanno cambiando e l’epoca del bivacco, del privilegio e dello squadrismo masso-mafioso è lentamente, ma inesorabilmente, sul viale del tramonto.
Giù le mani dal Procuratore Gratteri, Giù le mani dalla Calabria, Giù le mani dall’Italia!
Firmato dal gruppo “Giù le mani dal procuratore Gratteri”, 58.959 membri.
2 febbraio 2020.