Riceviamo e pubblichiamo. Cimitero di Locri, l’opposizione denuncia alla Procura della Repubblica illegittimità nella gestione del project financing
“I gruppi consiliari di opposizione “Consenso civico per Locri” e “Storia e progresso”, rappresentati da Raffaele Sainato, Ugo Passafaro ed Eliseo Sorbara, hanno presentato, nei giorni scorsi, un esposto-denuncia presso la Procura della Repubblica di Locri, sulla gestione del project financing per l’ampliamento del cimitero cittadino.
Nelle venti pagine depositate, i tre consiglieri hanno dettagliato, con dovizia di particolari, i punti ritenuti illegittimi e su cui chiedono vi sia una verifica da parte delle autorità preposte, dopo le numerose denunce pubbliche fatte durante l’ultima campagna elettorale e in diversi consigli comunali, nell’ultimo anno.
In particolare, Sainato, Passafaro e Sorbara sottolineano come la convenzione per il formale affidamento della gestione del complesso cimiteriale appaia illegittima, stipulata in palese violazione dei termini di legge, in quanto la stipula del contratto di
concessione può avvenire solamente a seguito della conclusione, con esito positivo, della procedura di approvazione del progetto definitivo, mentre nel caso di specie il progetto definitivo è stato approvato dalla Giunta Comunale con delibera G.M.nr. 42 del 7 aprile 2023, ovvero un anno dopo la stipula della convenzione.
Inoltre, denunciano i consiglieri di opposizione, mentre la bozza di convenzione presentata nella proposta del project era finalizzata a disciplinare la gestione dell’ampliamento del cimitero, con la stipula della convenzione del 28 febbraio 2022 si modificavano alcuni articoli dando la possibilità al CAES, consorzio concessionario del servizio, di gestire anche l’attuale area cimiteriale.
Nel documento i consiglieri hanno messo a confronto il testo della convenzione depositata in gara ed il testo della convenzione stipulata il 28 febbraio 2022, sottolineando così le modifiche oggetto di contestazione.
L’esposto è stato trasmesso, per conoscenza, anche alla Corte dei Conti.”