Reggio, ristori per le imprese del valore di 3,2 milioni di euro

La crisi economica, conseguenza diretta della pandemia da Covid-19, sta colpendo duramente le imprese, soprattutto quelle più giovani e, quindi, in possesso delle basi meno solide.
La giunta comunale di Reggio Calabria, raccogliendo la proposta avanzata dal sindaco Giuseppe Falcomatà e dall’assessore alle Attività produttive, finanze e tributi Irene Calabrò e fortemente sostenuta da Carmelo Versace, presidente della sesta Commissione consiliare Attività produttive e responsabile organizzativo regionale di Azione, ha deciso di procedere alla formulazione delle linee di indirizzo per concedere, complessivamente, 3,2 milioni di euro alle imprese, anche quelle di nuova costituzione, colpite dalle chiusure forzate dovute all’emergenza Coronavirus nel periodo marzo-dicembre 2020.
È stato approvato, infatti, lo schema di finanziamento “Indennità una tantum a sostegno delle realtà imprenditoriali danneggiate dalle restrizioni disposte per contrastare la diffusione del contagio da Covid-19”, un programma che rientra nella ripartizione dei fondi del Programma Operativo Complementare al “Pon città metropolitane 2014 – 2020” (Poc Metro).
La giunta comunale reggina, come sostenuto da Carmelo Versace, vuole bruciare i tempi e mettere in condizioni le imprese di poter accedere con facilità agli indennizzi. Per questo a breve, il dirigente di settore provvederà alla pubblicazione dell’avviso che vedrà operativa una piattaforma informatica utile a recepire le richieste di contributo.
Fra le novità più importanti, unica nel contesto nazionale, il sostegno alle imprese di recente costituzione, ovvero quelle nate fra il primo gennaio ed il 31 marzo 2020.
Queste, infatti, sono realtà che non possono attestare il calo di fatturato rispetto all’annualità 2019, ma che sono state, comunque, destinatarie dei provvedimenti di chiusura in base ai vari Dpcm ed alle diverse ordinanze del presidente della Regione Calabria e dal Comune.
Infatti, le altre imprese dovranno dar prova d’avere subito un danno economico derivante dalle restrizioni dovute alla crisi sanitaria in corso e, in particolare, aver registrato, nel corso dell’anno solare 2019, un fatturato compreso tra i 5 mila ed i 150 mila euro, escluso aggi ed accise, e di aver subito, relativamente al periodo di marzo-dicembre 2020, un calo del fatturato medio pari o superiore al 30% del fatturato medio relativo allo stesso periodo dell’esercizio 2019.