Reggio, omaggio alla raccolta poetica di Carlo morabito Valeria e Io
Il ricordo in versi di una persona cara scomparsa è comune nella tradizione letteraria dell’Occidente, dagli epigrammi del libro VII dell’Antologia Palatina a taluni epicedi della poesia latina fino ai nostri giorni – per fare soltanto qualche esempio conosciuto dai più – con Giosuè Carducci e il suo “Funere mersit acerbo” e “Pianto antico”, dedicati al figlioletto Dante, e con i versi (Giorno per giorno) che Ungaretti dedica al piccolo Antonietto, il figlio scomparso nel 1939. Parliamo di poesia e, in taluni casi, di grande poesia, perché il dolore lancinante per la scomparsa di un figlio non impedisce al poeta di creare versi e di comunicare questa sua dolorosa esperienza al lettore di qualunque tempo attraverso una struttura formale che è tutt’uno con il suo sentimento. Anzi questa struttura formale è l’unico mezzo a disposizione del poeta per comunicare con altri uomini e renderli partecipi del suo dolore come della sua felicità.
Questo preambolo – scrive in una nota il Presidente di Anassilaos Stefano Iorfida – sembra necessario per introdurre l’incontro con l’Autore, promosso dall’Associazione Anassilaos e dalla Biblioteca “Pietro De Nava”, nell’ambito del Maggio dei Libri 2019, con il Patrocinio del Comune di Reggio Calabria, che si terrà domani a Reggio Calabria alle ore 16,45 presso la Villetta De Nava – Sala Gioffrè – della Biblioteca Comunale.
Al centro della manifestazione la raccolta poetica di Carlo Morabito “Valeria e io ” scritta, composta e dedicata alla giovane figlia scomparsa tragicamente qualche anno fa. Un’opera di alto valore poetico ed insieme di intensa emozione. Così il dolore “privato” attraverso, e in virtù del potere della “Poesia”, diviene il dolore corale e universale dell’Umanità dinanzi alla perdita irreparabile che ciascuno di noi ha provato nel corso della sua vita. Nello stesso tempo la raccolta del prof. Morabito interpella tutti sul concetto di paternità e/o maternità, su quel legame forte e indistruttibile che un genitore nutre verso i figli, e insieme sul sentimento della scomparsa e dell’assenza e sull’idea, speranza o illusione che la si voglia considerare, di una esistenza al di là della vita che ci promette la fede e ci garantisce forse la poesia eternatrice. “Non omnis moriar” scriveva Orazio e Ugo Foscolo era certo che Ettore sarebbe sopravvissuto nella memoria dei posteri “E tu, onore di pianti, Ettore, avrai, ove fia santo e lagrimato il sangue per la patria versato, e finchè il sole Risplenderà su le sciagure umane”.
A presentare il volume il Prof. Gianfranco Neri, che ne ha curato la prefazione e la Prof.ssa Francesca Neri. Introdurrà la responsabile Poesia di Anassilaos Prof.ssa Pina De Felice. Le liriche del testo saranno lette da Marilù Laface.
Caterina Sorbara