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Reggio nel mirino della ‘Ndrangheta: “pericolo di una nuova cruenta guerra di mafia, serve l’esercito”

Il pericolo del ritorno di una cruenta guerra di mafia e’ fondato. Con la crisi e’ aumentato il tasso di violenza delle cosche. Si sono rotti determinati equilibri anche all’interno della criminalita’ organizzata percio’ lo Stato ha il dovere di alzare il livello di attenzione. Abbiamo condiviso una recente esperienza a Napoli in cui 250 militari dell’esercito hanno liberato altrettante forze di polizia da compiti di presidio di obiettivi sensibili e posti di blocco. Pur sottolineando che garantire l’ordine pubblico non e’ compito della Commissione Antimafia, quello di impiegate le forze armate mi sembra un modo intelligente di usare al meglio le nostre risorse. Noi dobbiamo intervenire per evitare una nuova recrudescenza“. Lo ha dichiarato il deputato del Partito Democratico Marco Di Lello, segretario della commissione bicamerale antimafia, intervistato da Klaus Davi per il programma KlausCondicio on air su YouTube (vedi video in coda all’articolo).

In merito al vertice di ‘ndrangheta svoltosi nel 2005 a Reggio Calabria la mattina dell’omicidio diFrancesco Fortugno all’epoca vicepresidente del Consiglio Regionale, Di Lello annuncia : “nei prossimi giorni chiedero’ di calendarizzare un’audizione in commissione antimafia sul vertice di ‘ndrangheta tenuto il giorno dell’omicidio Fortugno. Credo che un approfondimento in tal senso vada fatto e non escludo di sentire coloro i quali indagarono ai tempi sulla vicenda (tra questi i funzionari della questura di allora che non furono mai sentiti). Pur nel rispetto delle sentenze e dei processi, credo comunque che un fatto cosi’ grave per la nostra Repubblica meriti un adeguato approfondimento. Angela Napoli in piu’ occasioni ha segnalato che questa cosa andava fatta gia’ ai tempi dell’indagine e questo e’ innegabile. Non possiamo lasciare zone d’ombra. Il tema dell’intreccio tra politica e mafia per noi e’ centrale, quindi nell’approfondire facciamo solo il nostro lavoro. Credo – conclude il segretario – che nessuno abbia interesse a negare il nostro impegno a indagare in profondita’“.