REGGIO: La Biblioteca De Nava ha incontrato Giusy Staropoli Calafati, autrice di “Saverio Strati”
Abbiamo il dovere di ricordare Strati. È questo il concetto-chiave emerso martedì 17 maggio, presso la sala conferenze della Villetta “P. De Nava” di Reggio Calabria, in occasione dell’incontro con Giusy Staropoli Calafati, autrice del libro “Saverio Strati. Non un meridionalista ma il Meridione in sé che parla” (Disoblio Edizioni), all’interno degli Stati Generali della Cultura promossi dalla Provincia di Reggio Calabria.
Ma l’impegno di ricordare chiama in causa anche quello di conoscere la vita e le opere dello scrittore di Sant’Agata, Premio Campiello 1977, le quali assieme incarnano, secondo l’autrice, lo spirito del Meridione.
Uno scrittore umile, Saverio Strati, proveniente dal mondo contadino e capace di narrare nei suoi scritti la vita e le problematiche di un tempo ma anche in grado di interrogare in profondità le grandi questioni che interessano l’animo umano. La vita di Saverio Strati e le sue opere, l’uomo e lo scrittore, sono attuali perché in essi si rintraccia quella resilienza, quella volontà di resistenza necessaria per immaginare una Calabria diversa, più giusta e culturalmente al passo coi tempi.
Nonostante Corrado Alvaro, suo amico, gli abbia consigliato di evitare di fare lo scrittore, perché in tal modo non si vive e perché a nessuno interessa la lettura, Saverio Strati si è calato maggiormente negli abissi della terra calabra e dell’animo umano per farne emergere le contraddizioni, i pregi e i difetti, ma soprattutto per dare alla gente l’occasione di guardarsi così com’è, di riflettere sulla propria condizione sociale e culturale e di trovare il coraggio di migliorarsi e di abitare più dignitosamente la propria terra.
Terra che invece, come sintesi di luogo e di popolazione, ha rifiutato la letteratura dello scrittore di Sant’Agata, anche a causa della scelta degli editori del tempo di non pubblicare più le sue opere. Così Strati, che di scrittura viveva veramente, si è ritrovato solo, povero, umiliato dallo stesso mondo per la giustizia del quale si batteva.
Saverio Strati muore di solitudine ma questa solitudine, nella dimenticanza assoluta, ma questa solitudine trova oggi una compagnia in Giusy Staropoli Calafati, autrice del saggio bio-bibliografico sullo scrittore santagatese, e in quei tanti lettori, docenti e appassionati che nella sua letteratura trovano le risposte per affrontare le sfide del nostro tempo, non tanto differenti da quelle risalenti al periodo in cui Strati scriveva le proprie opere.
“Quando parlo di Saverio Strati agli studenti delle scuole che ospitano degli appuntamenti letterari sullo scrittore di Sant’Agata, scorgo quel senso di appartenenza che mi lascia sperare. Spero che tali iniziative – ha detto l’autrice di “Saverio Strati. Non un meridionalista ma il Meridione in sé che parla” – crescano nel tempo, per spingere gli editori a ripubblicare le sue opere ma soprattutto per dare l’occasione ai ragazzi, mediante la letteratura del mio maestro, di diventare cittadini migliori e di cambiare la nostra terra, di realizzare cioè proprio il sogno che spingeva Saverio Strati a continuare a scrivere, fino ala fine”.si svolgerà l’incontro con . Dopo i saluti iniziali di Maria Pia Mazzitelli (Direttrice Biblioteca “P. De Nava”), dialogherà con l’autrice Salvatore Bellantone (Editore).L’opera propone un originalissimo sentiero di riflessione attraverso le intense pagine della vita e della vastissima produzione letteraria di Saverio Strati. Commentando di passo in passo le tappe cruciali della bio-bibliografia stratiana e mettendo a fuoco la stretta interconnessione delle questioni affrontate dallo scrittore santagatese nonché la loro attualità, l’autrice sostiene che Saverio Strati incarni lo spirito del Meridione, spirito divenuto parola mediante i suoi scritti.Omaggiando lo scrittore di Sant’Agata del Bianco con una poesia e un racconto a lui dedicati, Giusy Staropoli Calafati attira l’attenzione su uno dei più grandi scrittori calabresi, denunciando la generale dimenticanza e il pericolo di non leggere più i suoi scritti, tanto decisivi per un Meridione bisognoso di indagarsi da sé e di delineare la propria identità, focalizzando quei pregi e quei difetti dai quali soltanto possono generarsi nuove prospettive per il domani.