Il 14 febbraio del 1879 veniva alla luce a Chorio di San Lorenzo San Gaetano Catanoso.
Al 140° anniversario della sua nascita la Chiesa di San Giorgio al Corso, l’Associazione Culturale Anassilaos e l’Associazione Phonè dedicano congiuntamente un incontro commemorativo sul tema “San Gaetano Catanoso, servitore dell’Umanità in povertà e carità” che si terrà domani a Reggio Calabria alle ore 21,00 presso il Chiostro di San Giorgio al Corso.
Interverrà Mons. Antonino Denisi, Decano del Capitolo Metropolitano
dell’Arcidiocesi di Reggio Calabria.
Parteciperanno Don Nuccio Cannizzaro, Parroco della Chiesa di San Giorgio al Corso, Nanà Bertè, Presidente dell’ Associazione Culturale Phonè, Stefano Iorfida, Presidente Associazione Culturale Anassilaos. A conclusione l’intervento di Oreste Arconte, autore della commedia in due atti “Padre Gaetano Catanoso e i sacerdoti del cardinale Portanova” . In apertura un breve video curato da Giacomo Marcianò. “San Gaetano Catanoso – disse Papa Benedetto XVI nel corso dell’ omelia di domenica 23 ottobre 2005, data della canonizzazione del santo reggino che San Giovanni Paolo II annoverò tra i Beati il 4 maggio 1997 – fu cultore ed apostolo del Volto Santo di Cristo. “Il Volto Santo – affermava – è la mia vita. È lui la mia forza”. Con una felice intuizione egli coniugò questa devozione alla pietà eucaristica. Così si esprimeva: “Se vogliamo adorare il Volto reale di Gesù… noi lo troviamo nella divina Eucaristia, ove col Corpo e Sangue di Gesù Cristo si nasconde sotto il bianco velo dell’Ostia il Volto di Nostro Signore”. La Messa quotidiana e la frequente adorazione del Sacramento dell’altare furono l’anima del suo sacerdozio: con ardente ed instancabile carità pastorale egli si dedicò alla predicazione, alla catechesi, al ministero delle Confessioni, ai poveri, ai malati, alla cura delle vocazioni sacerdotali. Alle Suore Veroniche del Volto Santo, che egli fondò, trasmise lo spirito di carità, di umiltà e di sacrificio, che ha animato l’intera sua esistenza”. E’ questo senza dubbio il punto di partenza per analizzare la figura di un santo moderno, vissuto intorno e tra noi e che molti hanno avuto la fortuna di conoscere, essendo egli morto il 4 aprile del 1963, ma che tuttora i reggini, specialmente i più giovani, poco conoscono. Eppure da quando fu ordinato sacerdote, il 20 settembre del 1902 dall’allora Cardinale Gennaro Portanova e fino alla sua scomparsa, egli operò in santità dapprima come parroco di Pentedattilo (nominato nel 1904) dove ebbe modo di impegnarsi contro la povertà, l’analfabetismo, l’ignoranza religiosa, l’emarginazione e talora la prepotenza dedicandosi immediatamente ed interamente alla missione di pastore, condividendo le privazioni, i disagi, le gioie e le pene della sua gente. A Pentidattilo fu come incendiato dalla devozione al Volto sofferente del Signore e abbracciò la missione di diffonderne il culto divenendo «Missionario del Volto Santo ». Convinto che la rinascita spirituale e morale delle popolazioni calabresi non sarebbe stata possibile senza l’attività dei sacerdoti, promosse l’Opera dei Chierici Poveri, il cui scopo era quello di offrire ai giovani, sprovvisti di mezzi, il necessario per poter raggiungere il Sacerdozio. Dal 1921 al 1940 fu parroco a Reggio, della Chiesa di Santa Maria della Purificazione dove svolse un’attività ancora più intensa. Tra i suoi impegni la catechesi, le missioni al popolo, il culto dell’Eucaristia, il ministero delle Confessioni, l’assistenza ai poveri, ai malati e ai perseguitati da associazioni criminose, l’opera delle vocazioni sacerdotali, l’accoglienza di quanti ricorrevano a lui. Fu direttore spirituale del Seminario Arcivescovile (1922-1949), cappellano degli Ospedali Riuniti (1922- 1933), confessore degli Istituti Religiosi cittadini e del carcere (1921- 1950), canonico penitenziere della Cattedrale (1940-1963), rettore della Pia Unione del Volto Santo. Negli anni trascorsi nell’Aspromonte, cominciò a concretizzarsi in lui il pensiero di dar vita ad una congregazione religiosa femminile e nel 1934, incoraggiato da San Luigi Orione, che gli era amico da tempo, fondò le Suore Veroniche del Volto Santo, che nel 1953 vennero approvate dall’Arcivescovo Giovanni Ferro e, successivamente, dalla Santa Sede. Per dare ulteriore sviluppo e vigore a quella devozione che era il fulcro della sua spiritualità e del suo apostolato, progettò la costruzione di un tempio dedicato al Volto Santo.
Caterina Sorbara
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