Reggio, incontro dal titolo “Nessuna salute senza salute mentale”
Il 23 settembre del 1939 moriva a Londra, dove si era rifugiato per sfuggire ai nazisti che avevano occupato l’Austria, Sigmund Freud, il fondatore della psicanalisi le cui teorie hanno cambiato il modo di pensare e influenzato profondamente oltre che la psichiatria anche la cultura, dalle arti figurative al cinema. All’80° anniversario della scomparsa del grande scienziato l’Associazione Culturale Anassilaos dedica un incontro che si terràdomani a Reggio Calabria alle ore 17,30 presso lo Spazio Open. “Nessuna salute senza salute mentale” sarà il tema della conversazione del Dott. Giovanni Malara, medico psichiatra, introdotto dal Prof. Antonino Romeo. Parlare di Freud, sia pure nel breve spazio concesso da una conversazione, significa fare i conti con una delle scoperte più significative del Novecento, quella dell’inconscio, che può essere avvicinata, per le sue conseguenze, all’altra grande scoperta del secolo, la “teoria della relatività” di Einstein. Non è certo un caso che Die Traumdeutung (“L’interpretazione dei sogni”), pur terminato e già stampato nel 1899 venisse diffuso l’anno successivo (il 1900) ad annunciare, insieme alle celebrazioni del nuovo secolo, un nuovo modo di interpretare la psiche umana, ovvero quella parte della psiche fino ad allora rimasta sepolta, quell’ l’inconscio, indicato con un termine nuovo, Wunsch (“desiderio”). Negli anni successivi Freud aggiunse ulteriori importanti elementi al suo pensiero in opere che ebbero una larga diffusione anche tra i non addetti ai lavori e sono tuttora oggetto di studio e di letture: Zur Psychopathologie des Alltagslebens (“Psicopatologia della vita quotidiana”, 1901), Der Witz und seine Beziehung zum Unbewussten (“Il motto di spirito e il suo rapporto con l’inconscio”, 1905), Drei Abhandlungen zur Sexualtheorie (“Tre saggi sulla teoria sessuale”, 1905), Der Wahn und die Träume in Wilhelm Jensens “Gradivaf” (“Delirî e sogni nella Gradiva di Jensen”, 1907), Eine Kindheitserinnerung des Leonardo da Vinci (“Un ricordo d’infanzia di Leonardo da Vinci”, 1910), Totem und Tabu (“Totem e tabù”, 1913), Der Moses des Michelangelo (“Il Mosè di Michelangelo”, 1914) nonché Zur Einführung des Narzissmus (“Introduzione al narcisismo”, 1914). Altre opere, pubblicare successivamente, ebbero la funzione di definire con rigore il suo pensiero da Jenseits des Lustprinzips (“Al di là del principio di piacere”, 1920) a Massenpsychologie und Ich-Analyse (“Psicologia delle masse e analisi dell’Io”, 1921) da Das Ich und das Es (“L’Io e l’Es”, 1922) a Hemmung, Symptom und Angst (“Inibizione, sintomo e angoscia) da Die Zukunft einer Illusion (“Il futuro di un’illusione”, 1927) fino a Das Unbehagen in der Kultur (“Il disagio della civiltà”, 1930). Le scoperte di Freud incontrarono fin da subito l’ostilità del mondo accademico e della scienza ufficiale e il movimento psicanalitico fu grandemente osteggiato. Soltanto a partire dal 1908, in conseguenza della diffusione in tutta Europa e negli Stati Uniti delle diverse società psicanalitiche, esso cominciò ad incontrare condivisione e sostegno grazie anche all’adesione di altri scienziati .
Il primo congresso internazionale di psicanalisi si tenne a Salisburgo e già in quella occasione fecero la loro apparizione i primi contrasti tra la componente viennese (Freud) e quella zurighese (C. G. Jung). Ciononostante il numero dei discepoli dello scienziato viennese aumentò progressivamente e, soprattutto, le sue dottrine incontrarono il favore e la curiosità del pubblico più colto anche se spesso furono travisate e banalizzate come suole spesso capitare alle grandi idee e ai grandi movimenti quando, per così dire, si secolarizzano.
Caterina Sorbara