Reggio, incontri sulla Seconda Guerra Mondiale
A ottanta anni dallo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, il 1 settembre 1939, considerata da molti storici come la prosecuzione della Grande Guerra (1914-1918) e dei problemi irrisolti della Pace di Versailles (1919); l’Associazione Culturale Anassilaos dedicherà una serie di incontri volti ad approfondire e mettere a fuoco eventi, fatti e personaggi di quel conflitto che si concluderà nell’agosto del 1945 con la bomba atomica sganciata su Hiroshima e Nagasaki e che racchiude nel suo tragico seno sia la Shoah che la Resistenza nei Paesi occupati dal Nazifascismo.
Domani a Reggio Calabria, alle ore 17,30 presso lo Spazio Opensi terrà il primo incontro in apparenza relativo alla storia di Reggio Calabria, ma in realtà significativo per il tema generale della Guerra: la visita che il Capo del Fascismo fece a Reggio Calabria il 31 marzo del 1939, a pochi mesi dall’inizio della Guerra alla quale, come è noto, l’Italia non partecipò nell’immediatezza (sarebbe entrata in guerra a fianco della Germania il 10 giugno del 1940) proclamando la “non belligeranza”, una formula possiamo ben dire tipicamente italiana, astuta e sufficientemente ambigua, di quella ambiguità che il nostro Paese avrebbe pagato all’indomani del 8 settembre 1943, con la quale si diceva, in sostanza, che l’Italia, almeno per il momento, non partecipava al conflitto appena scoppiato pur non essendo neutrale tra i contendenti. Il discorso che Mussolini fece nella piazza antistante il Palazzo della Federazione del Fascio, di cui esistono registrazioni video, fu molto importante perché egli spiegò e giustificò la guerra futura come il conflitto delle nazioni povere (Italia in testa) contro le nazioni “demoplutocratiche” (al momento Regno Unito e Francia ma vi era un sottinteso riferimento alla nazione demoplutocratica per eccellenza, gli Stati Uniti) in quanto paesi retti da un’economia capitalista in contrasto con l’economia fascista che si proponeva, senza però esservi riuscita, di coniugare le esigenze del capitale con quelle sociali. In riferimento alla guerra e al bisogno di spazi nuovi da conquistare egli affrontò anche il problema del calo demografico del Paese che il regime, nonostante le iniziative adottate a favore della natalità, non era riuscito a risolvere al pari della questione meridionale dibattuta da molti decenni.
Il discorso chiariva in ogni caso – da qui la sua importanza ai fini del tema che l’Anassilaos si è proposta – al di là dei tentennamenti dei mesi successivi e dei tentativi fatti da più parti per impedire l’entrata in guerra del Bel Paese – che l’Italia avrebbe fatto la guerra a fianco della Germania. Il Capo del Fascismo non sapeva allora come e, soprattutto quando, perché l’agenda del conflitto era e sarebbe stata, da allora in poi e fino alla catastrofe finale, nelle mani della Germania.
Ad affrontare il tema sarà il Prof. Antonino Romeo. Introdurrà il Vicepresidente Anassilaos Giovani Luca Pellerone.
Caterina Sorbara