Reggio, convegno: Dipendenze patologiche e salute mentale
Nella gremita sala convegni di Palazzo Alvaro a Reggio Calabria il 20 ottobre scorso si è tenuto il “convegno-tavolo di lavoro” su “Dipendenze patologiche e salute mentale” organizzato dal Casm (Coordinamento associazioni salute mentale) e da Altea (associazione di lotta alle dipendenze patologiche) nell’ambito del programma che si sta svolgendo su tutto il territorio regionale in occasione della giornata mondiale della salute mentale.
I lavori si sono svolti con la partecipazione della Commisaria dell’Asp di Reggio Calabria dottoressa Lucia Di Furia e il direttore del Dipartimento di salute mentale di Reggio Calabria dottor Michele Zoccali.
Dopo i saluti istituzionali del dott. Ferreri delegato del Sindaco f.f. Brunetti, del dottor Mantegna Consigliere della Città metropolitana e di Rosaria Brancati presidente del Casm, sono intervenuti tra gli altri la Presidente di Altea, Mimma Mollica, Luciano Squillaci in rappresentanza del Terzo settore, Isa Mantelli responsabile dei Ceis, Patrizia Gambardella operatrice di Comunità terapeutiche.
Mollica ha inizialmente rappresentato le difficoltà che le famiglie a Reggio Calabria vivono la drammatica esperienza della dipendenza patologica unita a problemi di ordine psichiatrico (la cosiddetta doppia diagnosi) ed ha evidenziato la mancanza di strutture, servizi e personale idonei a farvi fronte, stato questo che troppo spesso lascia i pazienti e i loro familiari tragicamente isolati e senza soluzioni adeguate. Mollica, che ha chiesto la convocazione della Consulta del Dipartimento di salute mentale per discutere e risolvere questi ed altri problemi, ha anche parlato della mancanza di seri programmi di prevenzione e delle novità rivoluzionarie apportate della legge Basaglia che nei nostri contesti di cura vengono assai spesso ignorate nella lettera e nello spirito che l’ha dettata!
Il dottore Zoccali ha fatto emergere le difficoltà in cui versano ad oggi il Csm, il Dipartimento e il reparto ospedaliero di psichiatria, difficoltà che comportano le condizioni esposte dalla presidente di Altea e che non sempre consentono di fornire all’utenza le risposte attese, pur essendo il Dipartimento aperto ad accogliere le istanze dei pazienti e dei loro familiari.
Luciano Squillace ha poi messo in evidenza che ancora oggi si registra nell’Asp di Reggio Calabria una copertura finanziaria per solo il 40% dei posti letto nelle strutture per le dipendenze, mentre non esistono moduli specifici per le doppie diagnosi. Squillace ha ribadito che è giunto il momento di procedere con un investimento serio che garantisca una seria integrazione sociosanitaria ed una stretta collaborazione con gli enti del terzo settore e le associazioni.
Isa Mantelli ha evidenziato la pericolosità della poliassunzione e del ritardo nel rinvio alle comunità terapeutiche soprattutto nei confronti dei più giovani per i quali esistono reali e concrete possibilità di un recupero totale.
Patrizia Gambardella ha parlato del ruolo che Altea sta svolgendo sul territorio e ha rimarcato l’importanza del lavorare in rete per affrontare nei tempi e nei modi adatti le patologie descritte.
A conclusione di un nutrito dibattito per i molti esponenti del mondo associazionistico, del terzo settore e del volontariato reggino intervenuti, un ex utente del SeRD di Reggio Calabria ha lamentato soprattutto la scarsa umanità da parte degli operatori che si rivolgono ai giovani utenti che, per quanto manifestino problematiche complesse, palesano evidenti fragilità.
La dottoressa Di Furia ha preso la parola alla fine degli interventi fornendo risposte precise e concrete: ha dato la disponibilità ad incontrarsi con il mondo delle associazioni e del volontariato, impegnandosi ad attivare quanto prima la Consulta del Dipartimento di salute mentale, ritenendo indispensabile l’intervento dell’Asp anche in ordine alla carenza di personale a cui si sta già lavorando.
Ha concluso Rubens Curia, portavoce di Comunità competente di cui fanno parte sia il Casm, sia Altea. Curia ha riportato a sintesi i lavori svoltisi, mettendo in evidenza le cinque proposte emerse e rivolte alla Commissaria Di Furia:
1) l’istituzione della Consulta del Dipartimento di Salute Mentale prevista dal DPGR del 2013 e composta dai rappresentanti delle associazioni del volontariato, dei tre distretti sanitari, degli enti locali e degli operatori sanitari del dipartimento;
2) l’attivazione dei 15 posti letto per la comorbilità psichiatrica come previsto dal DCA 65 del 2021;
3) l’assunzione di nuovo personale nei Csm e nei SerD;
4) il potenziamento del ruolo della neuropsichiatria infantile territoriale;
5) l’incremento di una forte collaborazione con la scuola pubblica soprattutto in ordine alla prevenzione.