Reggio Calabria, Mirella Giuffre’ scrive al Procuratore Gratteri

Caro Signor Gratteri, Le scrivo da mamma di PERSONA omosessuale in merito alle rivelazioni descritte nel suo ultimo libro tratte da intercettazioni riguardo l’omosessualità di alcuni boss.

Mi chiedo come può essere utile alla lotta per sconfiggere un sistema ndranghetista l’aver portato alla luce una sfera di intimità che ogni individuo, aldilà delle sue attitudini delinquenziali, deve avere il diritto di preservare alla gogna sociale e mediatica. Rivelare l’orientamento sessuale di una persona con l’intento di sminuirne la dignità è un atto meramente omofobo, soprattutto associando l’omosessualità di queste persone a trasgressione e devianza. Tutto ciò va ad alimentare quel substrato culturale in cui l’omosessualità (preferisco omoaffettività, ma Lei forse non comprende il termine) viene ancora considerata una scelta di trasgressione, in una società in cui ancora la discriminazione subita dai nostri figli porta a esclusione, a violenze e spesso a suicidi. Lei probabilmente non comprende quanta sofferenza un ragazzo omosessuale affronta nel suo percorso di vita prima di riuscire a dichiarare il proprio orientamento sessuale in famiglia e nella società, la difficoltà di essere liberi di vivere, innamorarsi  e amare alla luce del sole senza essere discriminati. Con Ie Sue esternazioni ha offeso e strumentalizzato, forse per puri fini commerciali, una comunità che con immensa fatica lotta ogni giorno per vedere affermati i propri diritti che dovrebbero essere di tutti. Mi sento di consigliarLe per i suoi prossimi libri di prestare attenzione nell’affrontare con tanta leggerezza argomenti così delicati che riguardano la sfera intima e personale di ogni persona e della propria famiglia.

Grazie per l’attenzione

Mirella Giuffrè

Mamma A.GE.D.O

Associazione di genitori, parenti e amici di persone LGBT+