Reggio Calabria, giornata internazionale della poesia
Si è svolta ieri a Reggio Calabria nella Villetta “De Nava” della Biblioteca Comunale, la Giornata Internazionale della Poesia, istituita dalla XXX Sessione della Conferenza Generale Unesco nel 1999 e celebrata per la prima volta il 21 marzo del 2000.
La data, che segna anche l’equinozio di primavera, riconosce all’espressione poetica un ruolo privilegiato nella promozione del dialogo e della comprensione interculturali, della diversità linguistica e culturale, della comunicazione e della pace.
L’evento, è stato organizzato dall’ associazione Culturale Anassilaos, congiuntamente con l’Assessorato alla Cultura del Comune di Reggio Calabria e la Biblioteca Pietro De Nava ed è stato aperto con la lettura di una frase di Irina Bokova: “La poesia è una finestra sulla diversità mozzafiato dell’umanità”.
Per l’occasione è stata allestita un’ esposizione bibliografica a cura della Dr.ssa Maria Pia Mazzitelli ed una storico filatelica a cura del Circolo filatelico di Anassilaos.
Il reading poetico è poi iniziato con il Cantico di frate Sole di San Francesco, che apre la storia della poesia italiana, e successivamente, secolo dopo secolo, sono stati ricordatio i momenti salienti e significativi della poesia italiana : Jacopone, Guido Cavalcanti,Cecco Angiolieri, Dante, Petrarca, Lorenzo Dei Medici, Poliziano, Ariosto, Tasso, Giovanbattista Marino, Parini, Foscolo, Leopardi, Manzoni, Carducci, Pascoli, D’Annunzio, Gozzano, fino alle più recenti esperienze letterarie del Novecento.
Stefano Iorfida , ha ricordato che il giorno della poesia si incontra idealmente con la Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, promossa dalle Associazioni Libera e Avviso Pubblico.
La poesia infatti, come ogni altra creazione dello spirito umano, è espressione di libertà e di lotta contro ogni forma di sopraffazione sia da parte di un potere politico dispotico che da forme di integralismo ideologico e religioso o di forze criminali. Non è un caso che il terrorismo religioso abbia colpito in passato giovani studenti intenti all’ascolto e alla lettura di versi e che spesso, nelle carceri – lo raccontano le cronache – si punisca ogni deviazione verso la poesia intesa come debolezza femminea capace di minare l’integrità del gruppo criminale.
In tutto questo – ha detto Iorfida – c’è una logica, per quanto contorta possa sembrare.
La pratica dell’arte (scrittura, musica, pittura, fotografia, danza, teatro) infatti, qualunque sia il contesto sociale da cui si proviene, modifica la personalità di chi la esercita, arricchendola di nuovi contenuti e disponendo le coscienze individuali ad una totale apertura verso l’umano.
In tale disponibilità e apertura, non può più esserci spazio per la sopraffazione e la violenza.
Da qui l’impegno a favorire la pratica e la conoscenza della poesia anche nelle situazioni, in apparenza, meno consone a tale attività e a portare la voce della poesia ovunque ci siano donne e uomini che lottano e soffrono per la libertà e la giustizia.
Caterina Sorbara