Reggio Calabria, Foresta Che Avanza interviene su vicenda canile Mortara: “Forte preoccupazione”
Reggio Calabria, 31 mar – “È di qualche ora fa la notizia secondo cui sarebbero avvenuti dei controlli presso l’ufficio Appalti e Contratti, portato avanti dal nucleo dei Carabinieri di Reggio Calabria, al fine di verificare le responsabilità dei soggetti coinvolti nella vicenda del canile di Mortara. I controlli, quindi, sembrano andare avanti e la ricerca delle eventuali responsabilità da parte di altri soggetti che hanno aderito al progetto per vincere il bando con l’associazione Aratea si stanno verificando tramite visione dei cv correlati”. Così Roberta Riso, responsabile regionale de La Foresta Che Avanza.
“È dal mese di maggio – spiega – che il nostro nucleo cerca di portare avanti delle possibili soluzioni e far emergere la verità senza essere però mai stati ascoltati dall’Amministrazione, dal Sindaco, dalla Dott.ssa Pace, più volte interpellati. Ad oggi però non sono ancora pervenute scuse, spiegazioni e risposte, soprattutto sullo stato di salute dei cani ancora dentro la struttura e su come e da chi siano gestiti. Inoltre, la rivelazione più sconcertante che crea in noi enorme allarme e perplessità è data dal fatto che l’ufficio competente abbia tentato oggi di trovare dei fondi per il mantenimento dei cani di Mortara, fondi che però secondo l’ente comunale siano impossibili da reperire. L’ente comunale – prosegue – sembra aver proposto di spostare il denaro da un capitolo a un altro, come a dire di scegliere se riparare le strade o alimentare i cani. Una sorta di macabra roulette russa che dà la possibilità a qualcuno di giocare con la vita di esseri senzienti che hanno sofferto già tanto”.
“Credevamo che il peggio fosse passato, ed invece ancora una volta questa amministrazione si dimostra nemica dei più deboli, fallita e fallimentare, buona solo a rassegnare dimissioni per le enormi mancanze di cui si è macchiata. Ancora una volta – conclude – ci troviamo a chiedere delucidazioni in merito allo stato della vicenda nella speranza che, almeno questa volta, non regni sovrana l’omertà e il silenzio complice di questi sciacalli”.