Questione Aeroportuale: 5 dicembre il giorno del giudizio?

In vista del prossimo 5 dicembre, il Comitato pro aeroporto dello stretto, come già accennato, ha provveduto ad inoltrare le istanze per l’apertura, in tempi stretti, di due tavoli istituzionali partecipati (in Prefettura e nella Città Metropolitana di RC) aventi come oggetto la programmazione delle attività necessarie per garantire, nei giorni successivi alla pronuncia del Consiglio di Stato, la continuità e l’efficienza del servizio di trasporto aereo sull’area dello Stretto .

Fino ad oggi, grazie a una serie continua di azioni e proposte, si è riusciti ad ottenere delle risposte da parte degli organi responsabili che hanno impedito la sospensione del servizio di trasporto aereo.

Tuttavia, sebbene sia stata scongiurato questo pericolo, almeno fino alla pronuncia del Consiglio di Stato, ancora si naviga a vista, tra:

  • Conflitti all’interno del CDA Sacal
  • Bilancio in evidente passivo della stessa Società
  • Mancanza di trasparenza totale, anche nel reclutamento del personale
  • Assenza di un piano industriale autentico e adeguato alla situazione attuale.

E’ sicuramente positivo che, alla fine,il buon senso abbia prevalso e che sia la Città Metropolitana, sia la Camera di Commercio hanno abbandonato la folle idea di investire, prima della decisione del Consiglio di Stato, in una società con il bilancio in rosso. Col rischio di ritrovarsi soci di un’azienda esclusivamente lametina e con forti rischi di perdere il capitale investito.

Sarebbe altrettanto folle aspettare inerti il 5 dicembre. E’ necessario, invece, arrivare preparati ad affrontare le due ipotesi che si prospettano:

  • Conferma dell’annullamento della gara da parte del Consiglio di Stato
  • Riforma della sentenza del TAR con conseguente conferma della gestione Sacal spa

Entrambe le ipotesi non presentano aspetti tranquillizzanti per il Tito Minniti, che rischia di passare dalla padella e alla brace.

PRIMA IPOTESI

In ogni modo, va considerato che se sarebbe azzardato investire capitali nell’ingresso in Sacal prima del 5 dicembre, altrettanto rischioso sarebbe la costituzione di una società autonoma prima di tale data. L’eventuale conferma di aggiudicazione della Sacal, comporterebbe, infatti, un investimento inutile e suscettibile di contenziosi, nonché delle particolari lungaggini burocratiche previste per l’estinzione di una SpA.

E’ corretto, invece, avviare un’attività propedeutica verso i cittadini e individuare il percorso tecnico, economico e giuridico più idoneo per entrambe le ipotesi sopraindicate.

Va, inoltre, rimarcato che in caso venga annullato il bando di gara, l’unico Ente che potrà decidere la continuazione dell’operatività dello scalo dopo il 5 dicembre, non sarà l’eventuale nuova società di gestione, bensì l’ENAC.  L’Ente infatti è l’organo deputato ad emanare l’eventuale nuovo bando e nominare un commissario in attesa dell’insediamento della nuova società aggiudicataria o altra idonea soluzione. L’annullamento della gara, infatti, lascerebbe l’aeroporto senza una società di gestione, con conseguenti rischi di chiusura.

Pertanto, sarebbe meglio operare affinché l’ENAC non giochi brutti tiri (considerate anche le precedenti infauste dichiarazioni del presidente Riggio).

SECONDA IPOTESI

La partecipazione azionaria alla Sacal, malgrado le difficoltà di avere voce in capitolo, sarebbe opportuna se si potesse almeno ottenere un rappresentante della Metro city nel Consiglio di Amministrazione. Discutibile se questo non dovesse avvenire. 

Tuttavia per ottenere la rappresentazione sopraindicata ci vorrebbe la modifica dello Statuto societario ma in un CdA che, secondo le norme di settore, non può superare i 5 componenti, sembra ardua. Sembra difficile, infatti, che qualcuno degli attuali componenti rinunci al proprio ruolo, considerato anche che la maggioranza (Comune di Lamezia e Soci privati) non si è espressa favorevolmente sulla gestione allargata agli aeroporti di Reggio e Crotone.

E’ inverosimile dar credito alle dichiarazioni ottimistiche rilasciate in consiglio metropolitano dal presidente De Felice, quale rappresentante della Regione Calabria, che con il solo 10% del capitale sociale non potrà apportare alcuna modifica statutaria.

Tra contraddizioni e ambiguità, nel frattempo ricorrono anche voci di investimenti su aeroporti improponibili, come quello della Sibaritide.

Inoltre, alcuni dati importanti suonano un ulteriore campanello di allarme:

  • I primi risultati fallimentari del sistema di mobilità e di collegamento Messina – Tito Minniti che, al momento, esprimono uno sparuto numero di passeggieri a viaggio;
  • Il forte calo di passeggeri, che solo nell’ultimo mese ha registrato un timido trend positivo, ma in ogni caso ben distante dai livelli minimi di efficienza finanziaria.
  • L’assenza di idonei investimenti nell’offerta tecnica della Sacal (presentata in ambito del Bando Enac) e la previsione di raggiungimento degli standard di traffico passeggeri solo nel 2046!  

A questi problemi vanno aggiunte la situazione incerta di Alitalia, il cui destino sarà deciso il 30 aprile e la necessità di disporre di più compagnie, che possano garantire il soddisfacimento delle potenzialità del bacino d’utenza e portare a tariffe sostenibili ed eque.

E’ estremamente pericoloso il clima rassicurante che si sta creando, fondato sulla convinzione che bastino il ritiro annunciato della Sagas dal procedimento giudiziario e lo scioglimento della stessa Società per sistemare tutto.

Occorre, invece, chiarire che:

  1. l’ENAC è la parte che ha impugnato in via principale la sentenza del TAR, di fronte al CdS. Ciò comporta che la presenza o meno in giudizio della Sagas non impedirà all’Organo di giustizia amministrativa appellato di pronunciarsi, il 5 dicembre, sulla regolarità dell’interpretazione fornita dai giudici di primo grado, circa la legittimità del bando.
  2. Visto l’incertezza sull’esito della sentenza del Consiglio di Stato e nell’ipotesi di annullamento del bando, si rende necessaria un’attività propedeutica di concertazione con tutti gli attori responsabili al fine di determinare le possibili soluzioni e le attività idonee a garantire la continuità del servizio pubblico essenziale (art. 1 co. 2, lett. b, L 146/1990 e art. 4, co. 206, L 350/2003).
  3. In caso, invece, venisse riformata in appello la sentenza del TAR, si considera comunque necessario un tavolo partecipato con gli Organi istituzionali al fine di superare il clima di contrapposizione tra i territori interessati alla rete aeroportuale, creatosi anche a causa dei ripetuti rifiuti alle richieste di trasparenza e partecipazione in merito alla gestione e panificazione degli atti generali di indirizzo, conformemente alle normative vigenti.

Per i motivi sopraindicati e per la tutela del diritto di informazione e partecipazione dei cittadini, il Comitato ribadisce l’importanza e l’urgenza della costituzione dei tavoli istituzionali partecipati, sia per analizzare gli aspetti pubblicistici e di ordine pubblico di competenza della Prefettura, sia per valutare le attività giuridiche ed economiche di competenza degli Enti territoriali.

 

Il Comitato pro-Aeroporto dello Stretto