Qualche considerazione sulla politica regionale
Con la tornata elettorale del 26 gennaio scorso i calabresi hanno scelto di essere governati da una coalizione di 6 liste di centro-destra capeggiata dalla Santelli che ha ottenuto il 55,3 % del consenso degli elettori votanti. Il 30,1% si è orientato verso la coalizione capeggiata da Callipo formata da 3 liste di centro-sinistra. La quota rimanente, il 14,6%, si è divisa in pari misura fra il M5S e il raggruppamento civico di Tansi; nessuna di queste due compagini ha superato l’assurda soglia di sbarramento dell’8% e pertanto i loro elettori sono rimasti senza rappresentanza politica.
Dopo la proclamazione degli eletti, il centro-destra ha perso subito uno dei suoi consiglieri più votati (arrestato per scambio elettorale politico-mafioso) ed ha affidato la Presidenza del Consiglio a Tallini il quale, per storia personale, non era certo il più indicato a rappresentare dignitosamente la massima assemblea elettiva regionale. Culturalmente limitato, impresentabile secondo la Commissione Parlamentare Antimafia, un personaggio che, solo qualche anno, fa aveva offeso pubblicamente la Costituzione Italiana disconoscendo la storia e affermando che il fascismo (che ha promulgato le leggi razziali del 1938) non era un partito razzista.
Le dichiarazioni programmatiche della Santelli, presentate in Assemblea con insopportabile ritardo, sono apparse inconsistenti, prive di una qualsiasi visione di sviluppo, prive di ogni riferimento ai problemi principali della Calabria, alle questioni della legalità, al tema dell’autonomia differenziata promossa da alcune regioni del Nord.
Sul piano degli interventi legislativi della Giunta Santelli, in una regione che vive una pesante condizione di arretratezza in materia di sanità, gestione dei rifiuti, depurazione, deficit di infrastrutture e servizi di mobilità e di logistica, altissimo tasso di disoccupazione, particolarmente quella giovanile e delle donne, dopo oltre 5 mesi dall’avvio delle attività non vi è traccia di provvedimenti significativi.
Ha fatto scalpore invece, con riflessi mediatici addirittura nazionali, una vergognosa iniziativa volta a concedere ingiustificati vitalizi a vantaggio dei consiglieri regionali, offensiva per contenuti, forma e tempistica.
Già in occasione della prima seduta del Consiglio Regionale, con un atto di forza fuori da ogni logica di programmazione, è stato bloccato il Regolamento attuativo sul welfare e sulle politiche sociali adottato sul finire della precedente legislatura, atteso da 20 anni dalla emanazione della Legge Nazionale 328, per la presunta esistenza di gravi criticità. La Calabria rimane ancora l’unica Regione italiana a non aver attuato la Legge. Più recenti, i giochi inqualificabili relativi alle commissioni consiliari; prima la creazione di una sesta commissione rispetto alle 5 ordinarie, con evidente aggravio di spesa, per equilibri di potere tra le componenti politiche della maggioranza; poi le forzature sulle nomine delle relative presidenze, con la sottrazione antidemocratica della Vigilanza all’opposizione.
La Giunta Santelli appare davvero inadeguata rispetto alle esigenze ed alle aspettative dei calabresi. E molte nuvole scure si affacciano all’orizzonte. In questo quadro, purtroppo, nemmeno l’opposizione, in tutte le sue componenti, è apparsa all’altezza del compito, ed è questa la delusione più grande.
Il Movimento 10 Idee per la Calabria, prima di tutti gli altri, aveva individuato in Callipo la personalità su cui puntare, in questa fase storica di degenerazione dei partiti tradizionali, per meglio affrontare l’emergenza calabrese. E lo abbiamo sostenuto in una difficile campagna elettorale nella quale, per intoppi burocratici, la nostra lista non si è potuta proporre agli elettori calabresi per consentire una opportunità di scelta alternativa. A Callipo toccava il compito di esercitare il ruolo importantissimo di capo dell’opposizione nel Consiglio, in modo costruttivo e vigile.
Il nostro Movimento continua a pensare che Callipo sia una persona onesta, ma con dispiacere deve prendere atto che le dimissioni da lui presentate non sono state un bel gesto. Sulla sua persona avevano concentrato le proprie speranze di riscatto oltre il 30% dei votanti delle ultime elezioni regionali. Elettori del PD, di LEU, della sua stessa lista “Io Resto in Calabria”. Non trova giustificazione sufficiente la considerazione che si siano appalesati gli evidenti limiti delle altre componenti dell’opposizione in quanto toccava a lui organizzarle e guidarle al fine di renderla vigorosa e determinata.
Grave, sul piano dei rapporti umani, è parsa la scorrettezza nei confronti degli elettori del Movimento 10 Idee per la Calabria e dei suoi attivisti; dispiace che egli non abbia avvertito l’esigenza di fornire alcuna giustificazione, né preventiva, né successiva.
Infine, rimane l’amarezza di un mancato chiarimento sui retroscena della famosa delibera sulla indennità di fine rapporto per chi fosse stato presente in Consiglio anche per un solo giorno (vitalizio); sarebbe stato opportuno smascherare la manina che, alterando gli accordi che erano stati sottoposti a Callipo, ha ridicolizzato di fronte all’intera nazione tutta la rappresentanza consiliare di maggioranza e opposizione.
Insomma una uscita ingloriosa, dal nostro punto di vista, che non rende onore ad un uomo che aveva solennemente assunto l’impegno di risollevare le sorti della Calabria e a cui noi in primis, ma anche tanti altri calabresi, abbiamo creduto.
Non vediamo purtroppo forme di opposizione alternative, né dentro né fuori dal Consiglio regionale. Le vicende elettorali e quelle di questo primo semestre non lasciano molte speranze. Il Movimento 10 Idee vuole cercare di rappresentare ancora, nel suo piccolo, un’opportunità per dare concretezza ad una azione di vigilanza e di opposizione. Lo faremo con spirito critico, avanzando le nostre proposte, in una vision progressista, senza velleità elettoralistiche, perché crediamo che la nostra Regione non possa arrendersi alla deriva in atto.