Psichiatria dolente. Presidente Occhiuto, e’ l’ultima spiaggia

  Il movimento di solidarietà e partecipazione, attorno all’iniziativa che ha portato all’occupazione dell’ASP, che si è esteso oltre ogni possibile previsione, dimostra come sia alta la tensione sociale intorno alle problematiche concernenti le strutture psichiatriche nella provincia di Reggio Calabria. Il movimento ritiene unitariamente che sia la Regione Calabria  l’ente su cui ricade la responsabilità di avere portato l’assistenza psichiatrica, in particolare quella residenziale, sul territorio della provincia di Reggio,   allo sfascio.  Sicuramente non si tratta solo di inefficienze che gravano sull’ultima gestione, ma su questa ricadono responsabilità ben precise e gravi, a cui ora occorre con certezza e determinazione rimediare a strettissimo giro. Quello che è successo nella provincia di Reggio, gli errori commessi  dalla Regione e ( prima dell’attuale gestione) dall’ASP costituiscono gravi effetti dell’assoluta incompetenza amministrativa. Riteniamo che l’assistenza psichiatrica costituisca la cartina al tornasole della qualità della pubblica amministrazione: occuparsi delle persone che la società tende ad escludere è un dovere assoluto ed imprescindibile.  E qui lo sfascio totale in cui versa l’assistenza psichiatrica è sin troppo evidente: l’ente pubblico appare  affetto da quella parte di calabresità negativa, quella peggiore,  che fa si che il nostro territorio sia relegato  agli ultimi posti di ogni classifica nazionale e della U.E.  del buon vivere e del buon abitare. Non è un caso, ahinoi, che negli ultimi anni l’unico amministratore che ha dimostrato capacità, abnegazione, nonchè di aver ben compreso il problema è l’attuale Direttore Generale dell’ASP, dr.ssa Lucia Di Furia, proveniente da importanti esperienze in altre regioni. Questa con una lettera che suona come un appello ed al contempo un monito,  con nota del   7/08/23 scriveva  al commissario ad acta dr. Roberto Occhiuto ed alle figure apicali della sanita’  della Regione Calabria: “si ribadisce la necessita’ di identificare strategie sollecite e rapide , definendo un percorso di accreditamento destinato alla peculiarita’ delle strutture gia’ esistenti evitando che le stesse vengano considerate come nuove strutture, superando la necessita’ che esse procedano alla richiesta di essere autorizzate alla realizzazione, ergo ritenendo gia’ acquisiti  i requisiti previsti dall’art. 8 ter  l. 502/92  .”

 Orbene anche a questa nota, al momento, la Regione, confermando la disastrosa inerzia in cui versa l’ente, non ha dato risposta alcuna.

   Egregio Presidente della Regione Calabria Roberto Occhiuto, anche nella sua qualità di Commissario alla Sanità tocca a lei, ora, presiedere  la riunione  del 13/11/2023 per cancellare lo scempio messo in atto dall’ente da lei ora rappresentato, virando la rotta da inefficienza e sospetti interessi che hanno fatto precipitare l’assistenza psichiatrica in questa situazione.

  Sono due gli aspetti di cui si discute da tempo, con burocrati e amministratori  che attuano il gioco “dell’ annacamento“, quello che un’amministrazione attua quando ci sono interessi da preservare, spesso indicibili, comunque consumati sulle fasce più deboli.  Il primo è il blocco dei ricoveri in vigore dal 2015,  per un provvedimento assunto attraverso una delibera che, oltre a determinare un’assurda  e gravissima mancanza di assistenza sanitaria violando così ogni diritto all’assistenza, ha diversi profili di illogicità. Paradossalmente attraverso detta  delibera si considerano non accreditate strutture pubbliche, che devono transitare verso il nuovo regime di strutture accreditate in capo  alle cooperative, per determinazione della Regione stessa, assunta nel 2015. Il processo non si è completato per incapacità dell’ente pubblico e l’assurda “risposta” è quella di bloccare i ricoveri!! Un paradosso, acuito dalla circostanza che presso le strutture in questione opera ancora personale dell’ASP (quindi a carico della Regione). Così l’ASP 5 paga medici ed infermieri che operano in strutture dove l’ente ha scelto (scelleratamente) di non ricoverare, corrispondendo al contempo rette per pazienti trasferiti in altre ASP ed in altre Regioni (con oneri ben maggiori !). Che senso ha tutto questo, quali interessi muovono queste assurde determinazioni?

   L’altro aspetto riguarda la preesistenza di 10 strutture, per complessivi 192 posti, sorte già nel 1990 e quindi certamente esistenti, di certo autorizzate sin da allora dalla Regione Calabria che aveva persino canalizzato risorse specifiche alle aziende sanitarie locali per la attivazione delle strutture. Come  asserisce la dr.ssa Di Furia è assurdo  che queste non siano considerate, tutte,   autorizzate!! Occorre invece tenere conto che in atto queste strutture ospitano circa 150 pazienti, ma che almeno altri cento pazienti vengono assistiti in altre ASP e regioni,  che si stima che almeno altri 100 si trovino sul territorio della provincia privi di cure, con ogni effetto conseguente sulla propria salute ed anche su possibili ( e frequenti)  incidenti  che ricadono sulla popolazione per responsabilità di chi non ha consentito alle persone sofferemti  di ricevere adeguate cure.

   Egregio Presidente, si dice che lei non tolleri le proteste e che queste, nei suoi confronti, ottengano l’effetto rebound. Orbene noi crediamo che, almeno in questa circostanza, lei riconoscerà quanto  le proteste siano sacrosante e che quindi vorrà presenziare personalmente all’incontro ed   adotterà  provvedimenti nella stessa giornata del 13/11/2023 affinchè venga attuato:

  • lo sblocco immediato dei ricoveri nelle strutture avviate nel 1990 a seguito della chiusura dell’Ospedale Psichiatrico ;
  • il riconoscimento immediato dell’autorizzazione per tutte le 10 strutture in questione;
  • la definizione, nello stesso giorno del 13/11/2023 , di un percorso  che porti all’accreditamento di tutti i 192 posti presso le strutture in questione , come SRP1 e SRP2, in tempi brevissimi, affinchè venga data una prima risposta rispetto a quelli che sono gli effettivi fabbisogni del territorio.

  Egregio Presidente, confidiamo nella circostanza che lei farà tutto questo ponendo così rimedio nella stessa giornata alle innumerevoli mancanze attribuibili all’ente da lei presieduto.

  In mancanza la Regione dovrà assumersi ogni responsabilità per il prosieguo delle cure ai pazienti, perché lavoratori e cooperative sono giunti allo stremo.  I parenti, in particolare,  ritengono di non poter  più sopportare  le continue ingiustizie subite.

 

ADERISCONO AL  MANIFESTO DEL MOVIMENTO UNITARIO PSICHIATRIA

USB

COOLAP

LEGA DELLE COOPERATIVE

COOPERATIVA CITTA’ DEL SOLE

ASSOCIAZIONE PICCOLA OPERA PAPA GIOVANNI XXIII

COOPERATIVA FUTURA

COOPERATIVA SKINNER

COOPERATIVA RISCIO’

COOPERATIVA RINASCITA

GLI OCCUPANTI FAMILIARI DEI PAZIENTI E LE ASSOCIAZIONI A CUI APPARTENGONO