Pschiatria: L’amara sorpresa di aver giocato nel tavolo Prefettizio

      Che viviamo in una terra in cui tutto può succedere, in bene o in male, lo sappiamo perfettamente. Che per avere la garanzia dei diritti costituzionali, come la tutela della salute, il lavoro ecc., bisogna sudare e combattere giorno dopo giorno contro una burocrazia amministrativa rappresentata da una classe politica assente ed una dirigenziale in pochissimi casi preparata ma poco seria, ne siamo amaramente consapevoli e oggi ne prendiamo ancora una volta atto. 

      Questo è l’epilogo del percorso che ha visto il Terzo Settore e Legacoop Calabria  partecipare al tavolo prefettizio all’uopo costituito al fine di addivenire ad una soluzione che avesse consentito di salvare cinque strutture psichiatriche che da oltre 30 anni offrono servizi sanitari nella provincia reggina, rispondendo ad un fabbisogno territoriale enorme.  Territorio depauperato nel tempo di tanti servizi sanitari  e che ora  perderà anche questi.

      Non ci resta che attendere la data del 17 luglio, giorno in cui si terrà presso la sede del TAR l’udienza relativa al ricorso presentato dalle 5 strutture residenziali psichiatriche, avverso l’esclusione dal procedimento di accreditamento decretato dalla Regione Calabria.

 

      Una storia svoltasi in un teatrino dell’assurdo, in cui la Regione Calabria ed in particolare la struttura commissariale ed il dipartimento tutela della salute, non è riuscita a tenere fede nemmeno a quanto da essa stessa proposto, conducendo un gioco fatto di omissioni e rimandi. Il tutto in primis a danno dei pazienti, dei loro   familiari e di chi da oltre 30 anni operano nel settore con responsabilità e professionalità cercando di garantire un assistenza dignitosa e civile a dei soggetti fragili, abbandonati dalle istituzioni.

       La storia è oramai abbastanza nota.  Nell’ASP di Reggio da ben 9 anni vige il blocco dei ricoveri nelle strutture psichiatriche (che peraltro ancora sono a gestione pubblica). Ed i pazienti? Una parte resta purtroppo senza alcuna assistenza (nell’ASP 5 c’è carenza di servizi nel settore), una parte cospicua va invece ad ingrassare i numeri dei ricoveri in altre provincie e regioni. Sono più di 900 i pazienti calabresi ricoverati in altre regioni, ulteriori centinaia di pazienti del reggino costretti a spostarsi in altre province (Catanzaro, Cosenza).  Dati inconfutabili, questi, in quanto esplicitati nei documenti ufficiali della programmazione sanitaria di ASP e Regione.

 

      Ci avevamo creduto già dal 2015 quando la Regione Calabria stabiliva – programmando un apposito percorso  per le strutture residenziali psichiatriche sorte nella provincia di Reggio Calabria al finire degli anni novanta a seguito della chiusura dell’ ospedale psichiatrico di Reggio Calabria, indicava loro di transitare dal regime a gestione mista (pubblico – privato sociale) verso la nuova configurazione di strutture accreditate in capo alla cooperativa sociale  che già gestiva il servizio di riabilitazione. Nonostante gli ingenti investimenti compiuti dalle cooperative per gli adeguamenti richiesti, le inerzie dell’ente pubblico (o altri indicibili interessi) posero in stallo la procedura.  Fino al 2022, anno in cui si decide di escludere cinque strutture psichiatriche residenziali, contravvenendo in toto a quanto in precedenza stabilito.

       Tante, da allora, le promesse di correggere il tiro espresse e spudoratamente  tradite.

       Nel mese di dicembre del 2023 le cooperative oramai sfinite hanno avviato le procedure di licenziamento, cosa che ha  portato all’attivazione di un “Tavolo di raffreddamento” presso la Prefettura, avviato da Sua eccellenza il Prefetto il 31/01/24.  In tale sede l’ente Regione e       l’ ASP  proposero come unica soluzione l’avvio di un percorso trasformazione che avrebbe dovuto condurre le strutture psichiatriche a riconvertirsi in strutture di altra tipologia, in ambiti in  cui, a loro dire,  vi è un fabbisogno elevato (RSA e RD). Una proposta  che le cooperative si sono dette disponibili a “subire”  purché  il percorso fosse intrapreso con tempi e modalità tali da rendere sostenibile il mantenimento dell’attività e dei posti di lavoro.

      Nel balletto  dei rimandi, dei se e dei ma, abbiamo appreso solo pochi giorni fa che il percorso proposto non potrà aver luogo.

       Ancora una volta, siamo costretti a denunciare pubblicamente l’inefficienza del un sistema sanitario chiedendo al Commissario alla Salute e Presidente della Regione Calabria, On.le Roberto Occhiuto, di intervenire personalmente per mettere fine a questa ipocrita trattativa, individuando la soluzione a garantire la continuità assistenziale e lavorativa.

      Le cooperative che gestiscono le 5 strutture residenziali psichiatriche  sono ormai giunte allo stremo ed anche un’eventuale sentenza favorevole da parte del TAR, qualora non dovesse prevedere il ripristino immediato di condizioni accettabile, non sarà sufficiente ad evitarne la chiusura.