Proteste davanti le scuole a Cosenza. Studenti in piazza il 29 Gennaio con i lavoratori in sciopero generale
Stamattina, davanti ai cancelli del Liceo Scorza di Cosenza, nel giorno in cui si sarebbe dovuti rientrare in presenza il messaggio degli studenti e del Fronte della Gioventù Comunista, è chiaro: il clima di incertezza nelle scuole è inaccettabile, a pagarne le conseguenze saranno migliaia di studenti esclusi dal diritto allo studio e senza nessuna certezza sul prosieguo dell’anno né sull’esame di maturità.
I dati IPSOS pubblicati due giorni fa denunciano che almeno uno studente per classe ha abbandonato a causa del COVID. In questo periodo di didattica a distanza l’abbandono scolastico è aumentato in modo vertiginoso. La DAD è stata di fatto un fallimento, l’assenza di un supporto reale da parte del Governo alle scuole ha costretto centinaia di studenti ad abbandonare gli studi, la mancanza di dispositivi come tablet, computer e di corsi di sostegno hanno colpito soprattutto le famiglie dei lavoratori. «Rivendichiamo un rientro a scuola in sicurezza che in questo momento non può essere effettuato» dichiara Eugenio De Fazio, responsabile scuola del FGC di Cosenza «Per le aziende e per i settori produttivi si è subito deciso che si sarebbe fatto tutto il possibile per tenerli aperti, nonostante il mese di novembre sia stato quello con il più alto numero di morti dall’inizio della pandemia, mentre le scuole rimangono chiuse senza prospettive per il futuro e senza la minima prospettiva di un’apertura sicura.»
«Scenderemo in piazza il 29 gennaio», continua De Fazio, « Le dichiarazioni di Spirlì, secondo il quale lo stress sofferto dai ragazzi durante la DAD è solo “una manfrina” sono assolutamente inaccettabili. Noi studenti non staremo a guardare, siamo infatti pronti a scendere in piazza in tutta Italia il 29 gennaio, per rivendicare un piano di investimenti serio, che comprenda l’ampliamento delle strutture scolastiche e l’assunzione di nuovo personale, così da garantire classi da 15 studenti, e maggiori investimenti nel trasporto pubblico, per far sì che nessuno venga lasciato indietro. Non accetteremo il ricatto tra salute e diritto allo studio!»