Pesca del novellame, Sapia: “Dal governo nuove speranze”
Il segretario di Fai Cisl Calabria plaude al dibattito aperto in commissione Agricoltura che pone la questione del superamento del divieto Ue
LAMEZIA TERME 10.01.2019 – “L’apertura del Governo su un tema strategico quale è la pesca speciale del novellame di pesci azzurri come sarde, acciughe e alose non può che rappresentare una buona notizia per l’intera economia calabrese”. Il segretario generale di Fai Cisl Calabria, Michele Sapia commenta così il question time svoltosi durante la seduta della commissione Agricoltura della Camera dei deputati. Un tema sollevato dal deputato della Lega Lorenzo Viviani che ha posto la questione del divieto imposto dal Regolamento CE n.1967/2006 di questo genere di pesca all’attenzione della XIII Commissione.
“L’entrata in vigore quel provvedimento – sottolinea Sapia – ha causato un doppio danno alle marinerie calabresi che si sono viste sottratte da un verso la possibilità di far crescere una filiera tradizionale, che caratterizzava intere aree della regione, e dall’altro subire una concorrenza sleale da parte di quei Paesi, come la Cina, che non sottostanno a quell’imposizione. Infatti alla produzione che garantiva qualità e lavoro attraverso la pesca dei ‘bianchetti’ è subentrata la commercializzazione e lavorazione del cosiddetto ‘pesce ghiaccio’, appunto un surrogato cinese di questo pescato”.
Una questione delicata da sempre difesa strenuamente dalla Fai Cisl calabrese e che è ritornata a dicembre scorso sulla vicenda con una missiva a firma congiunta dello stesso Sapia e del segretario nazionale Giangiacomi e indirizzata ai vertici del Mipaaf e della Regione Calabria. “Abbiamo chiesto – spiega Sapia – attenzione al problema e l’apertura di una nuova linea di dialogo con la Comunità europea per recuperare una filiera produttiva che negli anni ha garantito occupazione e che potrebbe offrire una seria opportunità di rilancio dell’economia locale. Ora l’apertura dimostrata dall’attuale governo ridà speranza alle marinerie calabresi affinché quel divieto possa essere superato attraverso un periodo di sperimentazione”. A seguito di quel provvedimento, ricorda la Fai Cisl Calabria, “decine di famiglie che lavoravano in quel settore della pesca e della trasformazione sono state seriamente danneggiate con ricadute pesanti sull’occupazione”.
Da qui l’appello della Fai Cisl Calabria alle istituzioni. “Speriamo – conclude Sapia – che il percorso avviato possa proseguire con una riapertura del dialogo con l’Europa per garantire la ripresa di un sistema di pesca assolutamente ecosostenibile. Chiediamo che su questa linea la Regione Calabria dia il proprio contributo convocando il tavolo azzurro e coinvolgendo le altre realtà regioni che hanno subito i contraccolpi di un provvedimento che riteniamo iniquo e penalizzante di una filiera che garantiva ai consumatori produzioni autoctone, sicure e tracciabili, ma soprattutto occupazione di qualità e sviluppo all’economia locale”.