Pedemontana della Piana, esempio del fallimento della politica e delle istituzioni
“Il progresso significa mobilità e migliorare la mobilità significa determinare le condizioni del progresso”.
Questo scriveva, oltre quaranta anni fa l’Ingegnere Antonio Brath, autore di un progetto che portava il titolo” Pedemontana a scorrimento veloce nel Comprensorio di Gioia Tauro”.
Erano gli anni in cui si cominciò a costruire il primo tratto Cinquefrondi- San Giorgio Morgeto,4 chilometri, spesa iniziale circa 12 miliardi delle vecchie lire.
Sono passati oltre 40 anni è questa storia diventò l’esempio del degrado politico istituzionale, i cui responsabili sono ormai noti ai cittadini della Piana, i quali hanno assistito alla scomparsa delle poche infrastrutture esistente che di fatto ha creato l’abbandono soprattutto dei paesi delle aree interne.
La Pedemontana, da San Pietro di Caridà a Delianova, passando da Cinquefrondi, raccordo con la SGC Ionio Tirreno, aveva come obiettivo:” ridurre lo spopolamento dei nostri territori e borghi favorendo lo sviluppo del territorio e il turismo montano con accesso al Parco Nazionale Aspromonte e di conseguenza generando lavoro e opportunità per i territori”.
Tante aspettative dei cittadini della Piana sono stati vanificati da una serie di errori e di inadempienze da parte della classe politica, la quale ha lasciato al proprio destino un territorio, la Piana di Gioia Tauro, ad un destino fatto di abbandono dei luoghi, di scomparsa delle poche infrastrutture esistenti, di assoluta mancanza di una politica infrastrutturale ed in modo particolare, della mancanza di un progetto per lo sviluppo della mobilità sostenibile in quest’area. La stessa vicenda delle condizioni in cui è stata relegata la Superstrada di valico Ionio-Tirreno, la più importante infrastrutturale stradale, dopo l’Autostrada del Mediterraneo, testimonia come sia scomparsa la questione dello sviluppo del Comprensorio della Piana, dall’attenzione delle politica Nazionali e Regionali.
Rispetto alla Pedemontana lo stato delle cose è questo:
-il tratto svincolo A2-Laureana di Borrello per i comuni Serrata, Candidoni, Laureana, Serrata 3,40 Chilometri senza finanziamento;
-il tratto Laureana-Anoia SP 42 Mastrologo, per i comuni Laureana, Feroleto, Plaesano, Anoia, Melicucco, 3, 6 Chilometri completato da oltre 3 anni e non ancora aperto al traffico;
– il tratto Anoia SP 43,comuni Feroleto, Galatro, Giffone, Maropati, Anoia Cinquefrondi,7,6 chilometri non esiste ne progettazione ,ne finanziamento;
-Il tratto ( che è stato il primo nella storia della Pedemontana) Cinquefrondi-San Giorgio Morgeto, ha dell’incredibile con un finanziamento di 22 milioni di Euro che la Città Metropolitana non riesce a spendere, dopo aver attuato diversi piani di esproprio dei terreni ai piccoli coltivatori ed in appalto da decenni;
-Il tratto San Giorgio Morgeto-Cittanova-Taurianova,11,6 chilometri, completato alla meno peggio, fatto slittare verso sud, dopo aver dilapidato 22 Milioni di euro , con diverse lacune sul piano strutturale ,per poi, far morire questo tratto nella zona del Marro tagliando fuori tutti i comuni dell’interno;
-Il tratto Cittanova-Lubrichi ,per i comuni di Cittanova, Molochio, Terranova S.M. Varapodio, Oppido M. Sitizano,13,6 chilometri per cui non esiste ne la progettazione, ne il finanziamento;
-Il tratto Lubrichi-Delianova per i comuni di Lubrichi, Cosoleto, Scido, Santa Cristina, Delianova, Sitizano, 4,1 chilometri inesistente .
Ebbene la Pedemontana della Piana allo stato attuale è composto da pochi tratti completati ma non utilizzati e che non sono funzionale alla mobilità della gente.
Allora c’è da domandarsi che fine hanno fatto gli impegni assunti dalla Città Metropolitana e dalla stessa Regione per l’elaborazione di un progetto di massima che configurasse un’arteria veramente funzionale?
Sicuramente non dovrebbe esistere il problema economico visto la grande quantità di miliardi di euro previsti nel Fondo di Coesione, per cui recentemente è stato siglato l’accordo tra Giorgia Meloni e Roberto Occhiuto. Ma anche i finanziamenti attraverso il PNRR e il Piano delle Infrastrutture strategiche e prioritarie del 2023.Forse che questa classe politica si è convinta che basta la costruzione del Ponte sullo Stretto per una spesa di quasi 14 miliardi, per risolvere il problema della mobilità dei cittadini calabresi? Noi pensiamo che senza infrastrutture secondarie, senza viabilità nelle aree interne, senza la messa in sicurezza e l’adeguamento di strade e ponti non ci sarà futuro per la Piana.
Polistena 23 .3.2024 Per il Comitato Ionio-Tirreno per la
Mobilità sostenibile Aldo Polisena