Parla Draghi: carezza.. e guanto di ferro. Di Al. Tallarita
Personalmente ho apprezzato molto l’ultima conferenza stampa del Presidente Draghi, è stato chiaro, diretto, immediato, su qualsiasi punto sia stato toccato all’interno della conferenza stampa. È difficile fare polemiche dopo i suoi interventi, per la pacatezza e per la chiarezza con cui si esprime. È ovvio che la situazione pandemica italiana, possa avere uno scossone, solamente dopo una campagna vaccinale valida. Che era partita tentennando, ma i cambiamenti all’interno della squadra, che doveva gestirla, sono stati fatti. ‘Ora importante è vaccinare prioritariamente i più anziani. Il rischio di decesso è massimo per coloro che hanno più di settantacinque anni. Il Gen. Figliuolo uscirà con una direttiva sulle regioni, smettetela di vaccinare i giovani.’ Così ha tuonato il Presidente del Consiglio.
E di certo il Generale Figliuolo, saprà portare avanti questa campagna nel miglior modo possibile, proprio perché è un ‘uomo in divisa’. Perché è un uomo pragmatico, che arriva dritto alle soluzioni delle questioni, senza apporre ulteriori problemi, né ulteriori guadagni per terzi e quarti.. figuri più o meno chiari ..Perché l’esercito e la presenza di un Generale, garantiscono serietà, servizio per la Nazione, sicurezza per la popolazione, dedizione.
Chiunque abbia timore delle divise, sicuramente non ha ben chiaro il concetto di creazione dell’Italia. Né la sua storia, le sue guerre e le figure importanti che hanno dato la loro vita in nome proprio di quella divisa. Polemica a parte, torno su Draghi e le dichiarazioni che ieri ha rilasciato. Ovviamente ha colpito, il suo aver detto a chiare note che quello turco è un dittatore. Erdoğan, seppur Presidente votato, non può nascondersi dietro il dito del risentimento.. dell’incidente diplomatico.. che in tal ragione non è. Perché ha portato avanti una politica restrittiva, punitiva, restauratrice, oscurantista. Facendo retrocedere quello che era il futuro radioso di una nazione votata alla modernità e multiculturale. Che avrebbe potuto certamente prima di lui, entrare in Europa e che ora avrà molte difficoltà a realizzare questa volontà. Ma con cui si continuerà a dover concludere accordi. Per quel Mediterraneo sempre troppo conteso, agitato, ricco, strategico. I suoi, sono stati enormi passi indietro, culturali e religiosi, così come per la parità dei sessi.
Il presidente Draghi ha detto ciò che i capi di Europa pensano, confermando con forza l’asse filoatlantico. E lo smacco della sedia tolta alla Presidente Von der Leyen, lo ha solo risottolineato. Dopodiché, tornando agli argomenti trattati in conferenza stampa, gli altri interventi sono stati chiari, puntuali, decisivi. Ha tolto la responsabilità a chi non l’aveva si è preso addosso quelle sia della campagna vaccinale, che delle scelte governative sull’attuale gestione pandemica. La risoluzione di quella che è la vera ‘campagna economica italiana’ cioè quella vaccinale. Che riporterà l’Italia in auge anche dal punto di vista dei turisti. Con tutte le altre formule annesse, tamponi e altro.
‘Capisco la disperazione a l’alienazione di chi protesta’ ha detto. Prima di vaccina prima si riapre, prima l’economia italiana riprende a crescere. E che ha sollecitato il Ministro del turismo ad organizzare presto, il piano delle fiere. Così anche questo settore, potrà riprendersi. Sottolineando come sia importante non perdere questa stagione estiva.
Aspetto che ha collegato, anche sulla questione della nuova società, che si occuperà di Alitalia, che avrà un nuovo nome e probabilmente un nuovo logo. Un pezzo ‘di famiglia’.. l’ha definita..seppur ‘costoso’. Anche perché con l’ultimo scostamento di bilancio (autorizzazione per richiedere ulteriori fondi a debito, si ha quando un paese UE si ‘scosta’ dai propri obiettivi) si parlerà di cifre mastodontiche, come 200 miliardi.
Fuoriesce in ogni sua espressione, l’esperienza di un Presidente forte, capace, politico e tecnico, che sa il fatto suo molto bene, tanto sulle questioni economiche, che sui fondi come e dove chiederli e come gestire. Che sa mettere a tacere delle situazioni che possono toccare anche l’Europa, ponendo così sempre avanti l’Italia. Quale testata angolare, per questa nuova Europa che verrà, all’indomani della pandemia. Dopo questa che ha cambiato il quadro geopolitico internazionale. Si è inoltre espresso proprio sui singoli vaccini,
prodotti dalle varie nazioni, pregi difetti, dubbi e futuro. Parlando dello Sputnik ha detto che la produzione delle sue fiale, non è abbastanza per coprire, in questo momento, le richieste in Italia. Ma che lo sarà probabilmente per i nuovi contratti a venire. Anche se, non lo convince il fatto che il 40% della produzione avvenga in Russia senza i controlli a cui si auspicherebbe. Ciò perché, comunque, il virus diventerà endemico. E ogni anno ci saranno dei nuovi vaccini che siano di richiamo contro le varianti.
Ha poi risposto su le politiche per i giovani, la digitalizzazione in Italia, ma si è notato, come il punto cruciale, per il risollevarsi economico italiano, sia la campagna di vaccinazione. Come questa verrà gestita a livello geopolitico e come verrà portata a termine.