Parghelia ha ricordato le vittime del tragico terremoto dell’8 settembre del 1905
A 119 anni dal tragico terremoto dell’8 settembre del 1905, in ricordo delle vittime, domenica 8 settembre 2024 alle ore 19,30, nella chiesa parrocchiale di Sant’Andrea Apostolo è stata benedetta dall’arciprete don Giuseppe Florio una corona d’alloro , che subito dopo è stata deposta al monumento dei caduti del terremoto in Via Mariano Meligrana.
Presenti il sindaco Antonio Landro, il prof. Gabriele Vallone Consigliere comunale con delega alla cultura e alla pubblica istruzione, insieme all’amministrazione comunale.
Il prof. Gabriele Vallone, ha dichiarato:”Il terremoto è stato un evento molto drammatico per la nostra cittadina, che ha sconvolto e modificato profondamente, l’assetto sociale, il vissuto, e la quotidianità di questa nostra comunità. Dunque questo terribile avvenimento appartiene, purtroppo, alla nostra storia locale, fa parte di noi, e pertanto non può essere dimenticato, esso costituisce un ricordo triste e indelebile per tutta Parghelia, terremoto che provocò 55 vittime, tra donne, bambini e anziani, che morirono sotto le macerie, in quella terribile notte tra il 7 e l’8 settembre del 1905, alle ore 2.45 circa. Esso, secondo i dati ufficiali, provocò 557 morti e 2615 feriti, distrusse e danneggiò gravemente 326 capoluoghi di comune, 753 centri abitati (135 in provincia di Catanzaro, 107 in provincia di Cosenza, 84 in quella di Reggio Calabria), con un totale di 8220 case crollate o non riparabili, distruggendo quasi completamenti, molti centri abitati, tra cui particolarmente Parghelia”.
Olindo Malagodi, giornalista di notevole valore e di altrettanto talento editoriale, rimase traumatizzato nel visitare i paesi calabresi, colpiti dal sisma. Così registrava nelle sue prime corrispondenze:” Bisogna tenere presenti la grande povertà, le deficienze incredibili di questo doloroso paese, che vive in una specie di frontiera fra le barbarie e la civiltà, per misurare il vero tutta l’immanità del disastro. Può dirsi che la Calabria economicamente vive sull’orlo di un abisso; il terremoto l’ha spinta, precipitata verso il fondo; tentiamo di salvarla mentre si è ancora in tempo”.
Continuando il prof. Vallone ha ricordato la visita del re Vittorio Emanuele III, nelle zone distrutte dal terremoto.
“Visita che suscitò speranze, nei i nostri paesini, e fu miticamente considerata capace di risolvere tutti gli endemici problemi della Calabria. Il re giunse a Monteleone l’11 settembre, e insieme al ministro dei lavori pubblici, si accinse nella visita dei paesi disastrati, giunse a Sant’Onofrio, dove Vittorio Emanuele appare commosso per il disastro, soprattutto alla vista delle donne che piangendo invocavano aiuto. Così come in altri in altri paesi del circondario di Monteleone.La visita del re a Parghelia non va dimenticata, egli visitando la distrutta città, guardò con pietà i poveri feriti, che con una cera bianca e con molta pietà, facevano ogni sforzo per vederlo; e tutti ebbero da lui un saluto, una parola d’amore, una carezza”.
In seguito il Re ritornò a visitare Parghelia, avendola molto a cuore, anche il 15 ottobre del 1907. Ancora una testimonianza molto interessante, è quella riportata dalla visita a Parghelia del cardinale Portanova; il quale, prima di entrare a Parghelia, decise di recarsi a Fitili. E lungo la via, dall’alto, i visitatori insieme al cardinale, guardarono con rammarico le “ruine” di Parghelia, “provando acerbo dolore”.
Infine il prof. Vallone ha concluso:”Con queste brevi riflessioni e testimonianze legate alla terribile catastrofe del 1905, che colpì la Calabria intera e soprattutto la nostra maestosa e bella cittadina, voglio con entusiasmo dire che questa città, questo nostro comune, nonostante le rovine provocate dal terremoto, e dalle guerre, è riuscita a risollevarsi e a rinascere ancor più bella e regale. Rappresentando oggi, una perla davvero preziosa per l’intera regione, pertanto da valorizzare, proteggere e salvaguardare”.
Caterina Sorbara