Palmi, i gemelli De Stefano in concerto per LA FESTA EUROPEA DELLA MUSICA
I gemelli pianisti Francesco e Vincenzo De Stefano, nati nel 1986 a Reggio Calabria, hanno tenuto il primo recital a nove anni e a soli 15 anni si sono diplomati con il massimo dei voti, la lode e la menzione d’onore presso il Conservatorio di Vibo Valentia sotto la guida di Paolo Pollice, evento la cui unicità ha richiesto l’intervento del TAR di Reggio Calabria. Hanno quindi studiato all’Accademia Internazionale di Imola con i Maestri Ballista, Masi e Margarius, con Vincenzo Balzani e Aquiles Delle Vigne al Mozarteum di Salisburgo. Sono stati premiati in più 150 concorsi nazionali ed internazionali sia come solisti che in duo : dal Dranoff International Two Piano Competition di Miami, nel 2005, i più giovani vincitori nella storia del concorso, al Cilea di Palmi, all’International Grieg Competition di Oslo, all’Internationale Sommerakademie Mozarteum Universitat di Salisburgo nel 2005, al XIV International Piano Duo Competition di Tokyo, al XXXI Concorso Internazionale “Valentino Bucchi” di Roma, al XVI Music and Earth International Competition di Sofia, l’International Web Concert Hall Competition Michigan USA, all’ultimo il Rubinstein Competition di Mosca. Hanno suonato in sale prestigiose quali la Carnegie Hall di New York, Lincoln Theater e Colony Theater di Miami, Wiener Saal e Großer Saal di Salisburgo, De Doelen Theater di Rotterdam, Gewandhaus di Lipsia, Kodaira Citizens Cultural Hall di Tokyo, Conservatorio Tchaykovsky di Mosca, Giant Cristals Hall di Sofia, Bosendorfer Hall di Vienna, F.Liszt Hall di Budapest, Sala “Verdi”del Conservatorio di Milano, i Teatri Dal Verme e Manzoni di Milano, Teatro Giovanni da Udine, Università La Sapienza a Roma, Castello Odescalchi a Bracciano, il Gasteig di Monaco di Baviera, Università Bocconi a Milano, Teatro Nazionale a Roma. Sono invitati da importanti Festival e Istituzioni musicali quali il Dranoff Foundation di Miami, il Festival “MiTo”, le Serate Musicali di Milano, il Festival di Brno, Euro Arts Music Festival Leipzig, Festival Grieg di Oslo, Festival di Nizza, Radio Vaticana, Festival Internazionale di Spoleto, l’Ibla Foundation di New York, il Festival di musica contemporanea Antidogma di Torino, l’Unione Comunità Ebraiche Italiane, il Piano Duo Festival in Kiev (Ucraina), il Teatro dell’ Opera di Roma. L’International Promotion of art di Vianna ha prodotto il DVD “recital in Wien” con loro esecuzioni, mentre Sky Classica ha realizzato su di loro un documentario di 40 min. per la serie “Notevoli”. Nel 2013 hanno realizzato per l’AMA Calabria il “Progetto Beethoven”, integrale delle nove Sinfonie trascritte per due pianoforti in prima esecuzione assoluta ed hanno debuttato alla Sala Accademica S. Cecilia Roma e al Festival Ciani di Cortina d’Ampezzo. Nel 2014 poi hanno suonato a San Pietroburgo per il Festival Baltic of Piano Duets con musiche per due pianoforti di autori italiani e la prima assoluta di un concerto per due pianoforti ed orchestra di Giacomo Manzoni mentre un Recital per quattro pianoforti è stato prodotto e trasmesso da Sky Classica con la prima esecuzione assoluta di un’ opera di Carlo Donadio. Attualmente insegnano Pianoforte Principale presso il Conservatorio di Vibo Valentia. Il programma: Brahms – Sinfonia n. 4 op. 98
L’unica composizione del 1885, composta velocemente come la terza, è questa ultima sinfonia, nata nell’amata,
tranquilla Murzzuschlag in Stiria dove Brahms trascorre un’estate serena, con gite interminabili e amicali chiacchierate.
Ma non poteva mancare un colpo di scena : una sera, rientrando dalla solita passeggiata, il Maestro vede minacciose
nuvole di fumo levarsi proprio da casa sua. Spaventato, si mette a correre appena in tempo per vedere che gli inquilini
stanno buttando tutto dalle finestre, ma anche individuare fra il fumo in cima alla scalinata, la massiccia figura di Frau
Felliger che reca tra le braccia un gran numero di fogli, il manoscritto della Quarta, miracolosamente scampata
all’incendio !
Il 1° movimento senza preamboli immerge l’ascoltatore in una gamma di sentimenti, alternando l’impetuoso al solenne
e al delicato con un susseguirsi di temi splendidi che sembrano addirittura buttati là, senza degnarli di uno sviluppo
successivo fino all’ampio finale in cui il primo tema liberamente elaborato ritorna con prepotenza.
Il 2° movimento è un brano malinconico e tenero, ma ad un tempo nobile con due temi che si alternano, separati solo
da un breve intermezzo
Il 3° movimento, scritto per ultimo, nonostante il titolo di “Allegro giocoso” esprime piuttosto una gioia tumultuosa che
addirittura sfocia in un ghigno sarcastico
Il 4° movimento rappresenta il coronamento dei tre tempi che l’hanno preceduto, ma con una struttura formale
addirittura stupefacente per l’epoca. Viene infatti ripreso, dopo i solenni accordi iniziali, un tema molto semplice tratto
da una cantata di Bach, elaborato e riproposto (Brahms usava dire che quanto più il tema è semplice, tanto più
l’invenzione è libera). Fedele al proprio assunto, quindi, il Maestro libera la propria fantasia e snocciola ben
trentacinque, brevissime, variazioni – fino a rappresentare una vera summa di quello che Giorgio Pestelli chiama
l’”eroismo borghese” di Brahms – che culminano in una coda finale, che ne raggruppa una serie.
Brahms – Neue Liebesliederwalzer op. 65 (Nuove Canzoni d’amore)
Brahms ha ormai raggiunto, nel 1874, la celebrità, tanto che Billroth scrive che ormai “potrebbe arricchirsi facilmente
soltanto componendo, se volesse farlo. Fortunatamente non è il suo caso” e l’estate, sul lago di Zurigo, è la stagione
adatta per lavorare in solitudine, stavolta privilegiando il canto, ed incontrare amici. Qui decide di riprendere e
terminare una nuova serie di canzoni d’amore lasciate incompiute, sei anni prima, insieme alle altre op. 52, in un
momento di dolorose pene d’amore. E, attingendo a piene mani all’adorata raccolta di poesie Polydora di G.F. Daumer,
estrae quattordici delicati pezzi, ai quali, poi, aggiunge, come “Zum Schluss (conclusione)”, come lui stesso dice, una
lirica di Goethe, Adesso Muse.
Le poesie, come per lo scorso concerto, saranno lette da Federica Montanelli.
Brahms – Akademische festouverture (Ouverture per una festa accademica)
Brahms passa l’estate del 1880 a Ischl, cittadina termale alla moda, dove i viennesi, imperatore in testa, vanno a curarsi
i reumatismi e che diviene perciò una vera e propria succursale di Vienna : posto davvero strano per un solitario
selvatico come il Maestro, davvero lontano dalla mondanità. Ci pensa la natura a riprendere le sue abitudini : un’estate
fredda, piovosa e così uggiosa da provocargli addirittura una fastidiosa otite. Ci vorranno dieci anni prima di ritornare in
questa per altri versi incantevole località. Il lavoro, in queste condizioni, prosegue con difficoltà, per cui vedono la luce
solo due Ouvertures alle quali addirittura ha difficoltà anche a dare loro un titolo, visto che, secondo lui, “l’una piange e
l’altra ride”. Nascono così in questo clima la “ Akademische Festouverture (Ouverture per una festa accademica)”che
ascolteremo stasera e la “Tragische Ouverture (Ouverture tragica)” . La prima fu composta per festeggiare il
conferimento della laurea honoris causa conferita dall’Università di Breslavia e nasce quindi come un vero e proprio
divertimento goliardico, partendo con una marcia, sviluppandosi sui temi di alcune canzoni studentesche che culminano
nel celebre “Gaudeamus igitur” e terminando con la trionfale riapparizione del primo tema.
Mentre la Tragica fu eseguita il 26 dicembre del 1880 a Vienna, le due ouvertures furono presentate insieme il 4 gennaio
successivo a Breslavia ed il 13 a Lipsia, senza suscitare grandi entusiasmi. Il trionfo, invece, sarà poi decretato dalla
successiva tournèe olandese.
Brahms – Danza ungherese n. 21
Nell’ottocento si indicava col termine “ungherese” la musica zigana, denotando una certa approssimazione culturale.
Brahms, però, è riuscito a trasfondere lo spirito di questa musica popolare in una serie di composizioni (fra cui questa di
cui ascoltiamo l’ultima danza) che ritrovano il clima fantastico e a volte parossistico proprio di melodie e ritmi all’epoca
tramandati a voce.