Osservatorio detenzione dell’associazione Antigone – Visita carcere Locri
Nella mattinata di oggi la sezione calabrese dell’Osservatorio sulle condizioni di detenzione dell’associazione Antigone ha fatto visita al carcere di Locri, con una delegazione composta da Sara Cacciotella, Brunella Chiarello e Giuseppe Chiodo. L’istituto, collocato in un edificio del 1862, è mantenuto in buone condizioni dal costante operato di un nucleo di sette persone detenute, destinate alla gestione dei lavori di manutenzione ordinaria del fabbricato.
A fronte di una capienza regolamentare di 89 persone, la casa circondariale ne ospita 101 al momento della visita, tutte destinate al circuito della media sicurezza. L’utilizzo della videoconferenza ha consentito la sostanziale dismissione della piccola sezione dedicata all’alta sicurezza, un tempo utilizzata per la permanenza dei reclusi tenuti a partecipare ai processi in corso presso il locale Tribunale.
Il tratto caratterizzante del trattamento penitenziario messo in atto nell’istituto è certamente il lavoro, con la presenza di due laboratori, dedicati rispettivamente alla trasformazione dei metalli e del legno. Le prime produzioni, che ricomprendono anche il “riutilizzo creativo” delle brande dismesse (trasformate in panchine), sono destinate all’arredamento di altre strutture detentive; quelle in legno, invece, sono state già acquistate anche da utenti privati. I lavoratori sono 54 sulle 66 persone detenute presenti con posizione giuridica definitiva.
Alle attività professionali si affiancano quelle scolastiche, con corsi che coprono tanto le necessità di prima alfabetizzazione quanto quelle di istruzione superiore, e quelle di formazione, con corsi di refrigerazione e condizionamento. Il tempo libero può essere impiegato nelle strutture sportive, in biblioteca o nelle attività di cineforum organizzate nella sala di cui l’istituto dispone.
L’istituto, tuttavia, presenta anche alcuni aspetti critici. In particolare, l’area sanitaria risulta in sofferenza: il personale medico è presente in numero non adeguato alle esigenze della numerosa popolazione detentiva qui ristretta, e risulta mancante la figura specialistica del cardiologo. Ciò costituisce, per un verso, un rischio per le persone detenute, e, per altro, un dispendio per l’Amministrazione penitenziaria, costretta a ricorrere alle traduzioni anche per esami di routine che potrebbero invece essere condotti in loco. È necessaria, inoltre, una maggiore cura per alcune aree comuni: l’area verde interna, destinata ai colloqui con figli e nipoti, risulta povera di piante e arredi; il giardino di Zaleuco, spazio attrezzato situato all’esterno del perimetro delle mura e precedentemente finalizzato a rendere meno opprimente l’attesa del colloquio per i più piccoli, risulta oggi abbandonato all’incuria.
In conclusione, il quadro riscontrato è di una generale tollerabilità della condizione detentiva nell’istituto. Rimane fermo, tuttavia, l’auspicio dell’Associazione Antigone che l’ASP 5 provveda nel più breve tempo possibile all’implementazione del numero di medici in servizio presso la casa circondariale di Locri, dotandola anche di un cardiologo.