Oliverio spieghi cosa significa cambiamento in materia aeroporto dello stretto
Il Presidente della Giunta Regionale Mario Oliverio interviene sull’aeroporto dello Stretto. Lo fa con un intervento economico importante ed anche con una dichiarazione incisiva. E’, infatti, l’unico socio pubblico che in questa fase investe risorse. La provincia di Reggio, socio di maggioranza, lo ha fatto per diverso tempo, ma adesso incontra difficoltà che non sono solo di natura finanziaria, mentre il Comune conferma la disponibilità delle risorse già previste in bilancio. Ma il Presidente Oliverio nel mentre mette risorse dichiara anche che ci vuole un reale cambiamento. Qui sta un punto decisivo. Cosa vuol dire cambiamento? Vuol dire forse riconoscere il fallimento politico e manageriale, negli ultimi anni fino ad oggi, della gestione Sogas? Siamo d’accordo: ma cosa ha fatto la Regione in questi 18 mesi per evitare per esempio nomine improponibili che hanno continuato una gestione disastrosa dello scalo dello Stretto? E cambiamento vuol dire forse lavorare per dei consigli di amministrazione futuri con professionalità in grado di rilanciare l’aeroporto e non con nomine politiche? Certo anche su questo siamo d’accordo e quindi ci auguriamo che il Consiglio di amministrazione della prossima società di gestione abbia queste caratteristiche, anche perché noi non dimentichiamo che i peggiori nemici dei lavoratori si sono rivelati proprio coloro che sono stati nominati senza titoli dalla politica. Comunque il Tito Minniti si trova ad una svolta. La Sogas è fallita almeno nelle strategie di rilancio dello scalo. Bisogna immediatamente pensare ad altro, anche nell’ottica del bando Enac per la gestione trentennale dei due aeroporti di Reggio e Crotone che scade il prossimo 11 ottobre. Da sempre abbiamo sostenuto la necessità di una unica società di gestione della Calabria e, nel caso dell’aeroporto dello Stretto, anche di una presenza forte e importante delle istituzioni messinesi e siciliane. Chi pensa all’autosufficienza dello scalo reggino ne vuole solo la chiusura. In questi anni, la Filt-CGIL è stata estremamente chiara sullo scalo dello Stretto: lo abbiamo fatto raccogliendo 10 mila firme contro la pessime gestione della Sogas, abbiamo denunciato i numeri di un bilancio ballerino che un giorno era risanato e l’altro invece aveva una voragine vertiginosa, abbiamo evidenziato le bugie dei Presidenti della Sogas e della Provincia sui rapporti con alcune compagnie aeree, abbiamo denunciato quando in costanza di cassaintegrazione venivano fatte assunzioni riferibili a determinati personaggi, abbiamo sottolineato le responsabilità del vecchio Consiglio di Amministrazione e la deprecabile continuità amministrativa del nuovo. E per contro abbiamo dovuto subire licenziamenti di iscritti alla CGIL e di dirigenti sindacali palesemente illegittimi. Ma noi la battaglia la continuiamo senza guardare in faccia a nessuno. Per questo diciamo ad Oliverio: bene le risorse ma vogliamo sapere cosa pensa delle nomine, del mantenimento dei livelli occupazionali e del perché continua a parlare di un piano industriale, che noi riteniamo fondamentale, ma che i suoi rappresentanti all’interno del Consiglio di Amministrazione della Sogas hanno contribuito a non realizzare. Per noi lo scalo dello Stretto è anche il terreno su cui si misura l’esigenza di una nuova gestione manageriale e la capacità di mantenere occupazione e diritti delle persone che lavorano. Anche per questo pensiamo che i soci dovranno intervenire attuando un azione di responsabilità nei confronti di tutti quegli amministratori che nel tempo hanno avuto responsabilità per la gestione disastrosa del Tito Minniti.
Nino Costantino
Segretario Generale Filt-CGIL Calabria