Obesità e sovrappeso: serve cambiare approccio
“Nell’immaginario collettivo l’obeso è una persona simpatica ma con scarsa forza di volontà in quanto responsabile della propria condizione di sudditanza verso il cibo. Questa visione, però, in breve tempo si trasforma in uno stigma. Gli obesi, spesso, fanno lavori più umili, sono pagati meno o, addirittura, sono disoccupati anche a causa delle loro precarie condizioni fisiche. In realtà l’obesità è una condizione clinica che evolve e si complica nel tempo; una vera e propria patologia del comportamento alimentare che porta con sé un alto grado di comorbilità croniche ed invalidità”: ad affermarlo è il dr. Domenico Tromba, stimato endocrinologo reggino, Presidente della sezione provinciale di “Scienza e Vita” e componente del Consiglio di Amministrazione dell’Università di Messina.
“In Italia, – sottolinea il dr. Tromba, Consigliere dell’Ordine dei Medici della provincia di Reggio Calabria – l’obesità riguarda circa 6 milioni di persone (un milione sono i superobesi) ma, andando avanti di questo passo, si arriverà a numeri molto più alti. Le ultime prescrizioni dell’OMS sul numero di persone che in Italia soffriranno di sovrappeso ed obesità nel 2030 è allarmante. Si prevede, infatti, che, a tale data, il 50% delle donne e il 70% degli uomini saranno in sovrappeso. Non molto più incoraggianti sono i dati rispetto alle percentuali degli obesi: si prevede che la percentuale di donne obese passi dal 10% al 15% e quelle degli uomini dal 12% al 20%. Essendo l’obesità, spesso alla base di patologie come diabete, ipertensione, cardiopatie ecc., va considerato che la spesa sanitaria è destinata a schizzare alle stelle. Essere obesi è una fatica quotidiana poiché muoversi con tanti chili addosso è difficile ma anche perché l’ambiente intorno non aiuta: ascensori piccoli; ristoranti con bagni minuscoli, poltroncine al cinema a misura di normopeso ecc. Tuttavia, con il numero degli obesi in aumento costante anche la politica sta iniziando ad occuparsene. In Italia, purtroppo, vantiamo il poco invidiabile record europeo di piccoli obesi: un bambino su quattro è obeso. In commissione Sanità, infatti, è in discussione il primo disegno di legge pensato a tutela degli obesi su cui si è fatto il punto anche durante l’ultimo convegno della Società italiana di chirurgia dell’obesità e delle malattie metaboliche (SICOB) a Roma”.
“L’aspetto più importante della suddetta legge – prosegue l’endocrinologo reggino – è il riconoscimento dell’obesità come patologia sociale al pari di diabete, ipertensione, cardiopatia ecc. Il riconoscimento dell’handicap per gli obesi gravi, ovvero con indice di massa corporea superiore a 40, è proprio il cardine della legge nata in seguito ad una sentenza della Corte di Cassazione del 2004. Riconoscere l’invalidità all’obeso potrebbe, nel breve periodo, portare ad un aumento della spesa sanitaria ma si tratterebbe di un intervento lungimirante in quanto è notevole la spesa sanitaria legata alle patologie correlate ad essa come il diabete. Va evidenziato, inoltre, che i pazienti obesi che oggi si mettono in cura abbandonano spesso i trattamenti antiobesità perché troppo costosi. Con l’accesso alle cure gratuite per gli obesi, si ridurrebbe non solo il numero di coloro che si trovano in tale condizione ma anche la percentuale di patologie correlate all’obesità e, quindi, alla lunga, anche la spesa sanitaria. Aspettando che questo decreto-legge, unico in Europa, porti i suoi effetti, spenderemo qualcosa di più oggi per risparmiare domani. Ricordiamo anche come il Giappone, famoso per avere una popolazione con fisici asciutti e snelli, nel 2013 ha promulgato una legge che ancora oggi continua a far discutere. Si tratta di un provvedimento contro l’obesità per prevenire arresti cardiaci, malattie cardiovascolari e diabete. La norma consiste nel misurare il girovita dei cittadini tra 40 e 74 anni. Il girovita non deve superare 85 cm negli uomini ed i 90 cm nelle donne.
Nel caso in cui si supera tale soglia i cittadini devono mettersi a dieta con prescrizioni per tre mesi. Nel caso non raggiungano i limiti fissati entro sei mesi vengono multati. Non è certo questo l’obiettivo della nuova legge che sta per essere varato in Italia, ma quello di cercare di aiutare tutti a stare meglio con se stessi e con gli altri oltre a ridurre la spesa sanitaria. Proprio per questo motivo è auspicabile un mutamento della normativa italiana verso l’obesità e la sua prevenzione. Molti altri Paesi nel mondo, proprio in questa prospettiva, stanno cambiando le proprie leggi in tema di alimentazione magari introducendo delle tassazioni su determinati cibi, penso a Francia, Germania, Danimarca e Messico che ha introdotto una tassa su tutte le bevande zuccherate essendo la nazione in cui si consumano più succhi zuccherati, circa 165 litri pro capite l’anno”.
“L’obiettivo – conclude il dr. Domenico Tromba – è quello di migliorare le abitudini alimentari dei cittadini anche perché non esistono, nel mondo, “obesi in salute”, e per tale motivo questa è una battaglia che dobbiamo combattere tutti insieme”.
Reggio Calabria 12.11.2016 Dr. Domenico Tromba