Nuovo studio della societa’ Italia di Intelligence sullo scenario energetico italiano post covid 19
Roma (13.7.2020) – Nuovo studio della Società Italiana di Intelligence. Il titolo è “Scenario energetico italiano post Covid-19” e è curato dal ricercatore Gabriele G. Marchionna, con la prefazione di Mario Caligiuri, Direttore del Master in intelligence dell’Università della Calabria. La pubblicazione è rinvenibile in forma integrale sul sito del portale editoriale della Società https://press.socint.org/index.php/home, che è stato recentemente inaugurato e che contenere gli altri lavori scientifici finora promossi. La ricerca propone un quadro descrittivo del settore energetico contemporaneo con possibili e immediati sviluppi futuri. Pur riconoscendo il rilievo che l’Italia assume per la transizione energetica, si dimostra come la pandemia della Covid-19 stia fungendo da filtro, portando a galla peculiarità differenti. Analizzando ed elaborando dati di fonti aperte da febbraio ad aprile 2020, si trattano temi nevralgici come transizione energetica, mitigazione del rischio e sicurezza nazionale. Partendo da un primo scenario dove la pandemia ha un notevole impatto negativo, Marchionna ne evidenzia anche uno meno severo, dove possono essere colte eventuali opportunità attraverso lo sviluppo di collaborazioni, tecnologie e continuità industriale. Infine, l’autore indica un terzo scenario nel quale profila una visione più inclusiva, con una massiccia sinergia tra pubblico e privato nella definizione di una politica di efficienza energetica nazionale ed europea. L’instant-study si conclude facendo riferimento ad aziende rilevanti nel panorama nazionale ed internazionale che, utilizzando storici legami, ritornano ad essere, nel decisivo settore della politica energetica, pilastri essenziali per le necessariestrategie di tutela dell’interesse nazionale. Ed è proprio l’interesse nazionale il faro che in questa delicatissima fase dovrebbe illuminare ogni scelta politica. Infatti, per la fine del 2020 si prevede una riduzione del PIL italiano di circa il 10 per cento, una cifra talmente drammatica da ipotizzare addirittura una possibile rivolta sociale.