Nuovi treni in Calabria: lettera aperta di Roberto Musmano
Alle 13.12 di oggi sulla relazione Reggio Calabria – Cosenza ha viaggiato il primo dei nuovi quattro treni ETR 104 “POP” che in questa settimana integreranno la flotta di treni di Trenitalia in Calabria.
Era il 2 dicembre dello scorso anno quando ArtCal, l’Autorità Regionale dei Trasporti della Regione Calabria, rappresentata dal suo commissario dott. Francesco Cribari e Trenitalia, rappresentata dal suo Amministratore Delegato nonché Direttore Generale, Ing. Orazio Iacono, firmarono il nuovo contratto di servizio per il Trasporto Pubblico di interesse regionale per la Calabria, valido per 15 anni, dal 2018 fino al 2032.
Tale contratto, disponibile per consultazione su più siti (ad esempio, https://www.trenitalia.com/content/dam/tcom/allegati/trenitalia_2014/in_regione/Contratto_di_Servizio_Trenitalia_-_ARTCal_2018-2032.pdf), è stato firmato al termine di una fase di negoziazione durata circa tre anni che ha visto impegnata la giunta regionale guidata dal Presidente Oliverio e il proprio “braccio operativo” Artcal in una vera e propria battaglia, per rivendicare il ruolo primario nel trasporto pubblico calabrese del servizio ferroviario, da troppi anni relegato ai margini degli investimenti pubblici, sia a livello nazionale che regionale.
E non ci si riferisce soltanto agli investimenti per le infrastrutture che nel corso della giunta Oliverio hanno goduto di luce nuova (l’avvio dei lavori per l’elettrificazione della linea jonica è solo uno degli impegni assunti e con lavori pure avviati), ma anche per il materiale rotabile. A distanza di trent’anni dall’arrivo degli ultimi treni nuovi sulla linea jonica, avendo onorato fino in fondi i debiti contratti fino al 2013 con Trenitalia sul precedente contratto di servizio, sono arrivati tre treni diesel nuovi di zecca, gli Swing.
Il contratto di servizio firmato lo scorso 2 dicembre 2019 prevede un articolato piuttosto complesso, che ha posto in primo piano il ruolo dell’attore protagonista del contratto, ovvero, il viaggiatore.
Nel contratto si parla non solo di corrispettivi, ma anche di monitoraggio della qualità dei servizi, degli obiettivi di efficacia ed efficienza, di premi, di penalità e, FINALMENTE, di investimenti e rinnovo del materiale rotabile.
Tutto è concordato tra i soggetti sottoscrittori del contratto (vedi art. 7 – Piano degli Investimenti).
Nel 2020 è prevista l’entrata in esercizio di quattro treni a trazione elettrica (ETR 104 “POP”). Nel 2023 ci saranno altri tre treni elettrici, che diventeranno dieci nel 2024.
Ci saranno anche tredici treni bimodali (elettro-diesel) che potranno viaggiare sia su linee elettrificate che non. I primi tre sono previsti in esercizio nel 2022, altri cinque nel 2023, i restanti cinque nel 2024.
Nel 2021 arriveranno anche due nuove locomotive per il soccorso. In totale i treni nuovi saranno 29 (includendo anche i locomotori per il soccorso). Tutti i treni nuovi saranno finanziati dalla Regione Calabria, utilizzando allo scopo fondi PON, POR e FSC.
Anche Trenitalia farà la sua parte. Gli otto Minuetto elettrici attualmente circolanti diventeranno 12 nel 2021, mentre gli Swing, che oggi come ricordato sono tre, diventeranno cinque nel 2023, sette nel 2024 e 11 nel 2026.
Per quanto riguarda gli investimenti, la Regione Calabria, all’atto della firma del contratto di servizio, ha assicurato una copertura per circa 240 milioni, mentre l’investimento di Trenitalia è di 70 milioni.
Per effetto di tali investimenti, l’età media dei treni, dagli attuali 30 anni, passerà nel 2026 a 8 anni.
Il quadro si completa ricordando che, a fronte di un debito di oltre 200 milioni accumulato per il Trasporto Pubblico Locale in Calabria fino al 2013, dal 2014 al 2019 (giunta Oliverio) non è stato contratto un euro di debito.
Questo sforzo, strategico, economico, tecnico e organizzativo, in molti lo hanno definito un’autentica rivoluzione nei trasporti in Calabria. Se di rivoluzione si tratta, ricordo che Oliverio amava piuttosto parlare di “rivoluzione della normalità”. E’ normale avere una linea ferroviaria elettrificata. Non è normale aver atteso 50 anni perché ci si occupasse del problema sulla jonica, considerando anche i costi relativamente contenuti (700 milioni di euro) rispetto alla marea di risorse impegnate per le infrastrutture in Calabria da quando è nata la Regione.
Rivoluzione o non, è giusto che la storia (e, soprattutto, chi la racconta) ricordi i protagonisti, a dispetto dei goffi e maldestri tentativi di intestarsi meriti altrui.