Nuovi ospedali, la Calabria non può più attendere
Quindici anni, tanti sono quelli passati da quando venne sottoscritto l’accordo di programma integrativo che avrebbe dovuto portare in dote alla Calabria tre ospedali nuovi di zecca: uno Vibo Valentia, uno nella Sibaritide e un altro nella Piana di Gioia Tauro.
Oggi, dopo quindici anni e diversi commissari ad acta, quella di assistere all’apertura dei tre presidi ospedalieri rimane una speranza.
Cavilli, ritardi, problemi di varia natura, ancora oggi, impediscono di vedere realizzati gli obiettivi prefissati nell’accordo di programma. Il settore delle costruzioni e tutto il suo indotto potrebbe godere dei benefici, diretti e indiretti, di cantieri vivi ed operativi.
Nel programma operativo, come è naturale che fosse, trova spazio un capitolo dedicato ai nuovi ospedali e, nonostante siano passati quindici anni da quando si è iniziato a parlare di queste importanti opere infrastrutturali, le azioni definite sono quelle della progettazione definitiva ed esecutiva dei nuovi ospedali; della realizzazione delle nuove strutture ospedaliere e delle opere connesse e complementari e dell’impatto economico che sfiora i 500 milioni di euro fra risorse statali, risorse regionali e private.
Una mole rilevante di denaro di cui non si vede all’orizzonte la concreta messa a terra. E’ la Regione stessa a fissare le scadenze temporali per la realizzazione dei nuovi ospedali, che difficilmente potranno essere rispettate guardando allo stato dell’arte dei cantieri, stabilendo nell’ottobre del 2024 l’entrata in esercizio del nuovo ospedale della Sibaritide (il cui cantiere, per la verità, pare essere in buono stato di avanzamento anche se pare manchi la copertura finanziaria di opere determinanti all’apertura dell’ospedale); nel dicembre del 2025 l’avanzamento al 70% della spesa per quello della Piana di Gioia Tauro e, infine, nel dicembre del 2025 l’avanzamento al 95% della spesa per la costruzione del nuovo nosocomio di Vibo Valentia.
Il tempo passa, inesorabile, ma la Calabria non può più attendere, nella certezza che quando verranno consegnati alla cittadinanza questi nuovi nosocomi rischiano già di essere vecchi e non più all’avanguardia come si diceva quindici anni addietro.
Maria Elena Senese
Segretario generale
FenealUil Calabria