Intimidazione Callipo, Furgiuele: ” Basta scaricabarile, si rimettano in funzione gli impianti di videosorveglia”.
La solidarietà istituzionale serve a ben poco, se non viene accompagnata da azioni concrete.
Per questo oggi ho voluto incontrare nel suo stabilimento situato nella zona industriale lametina, Pippo Callipo .
L’ho fatto a distanza di qualche tempo dal vile atto intimidatorio subito dal coraggioso imprenditore, e purtroppo non solo da lui, al quale mi lega un grande sentimento di ammirazione, ma l’ho fatto anche nella speranza che egli avesse avuto qualche risposta operativa.
Purtroppo ho dovuto constatare che, a fronte di investimenti milionari compiuti nel recente passato al fine di dotare l’area industriale piu’ estesa della Calabria, e tra le principali del Mezzogiorno, di sistemi di videosorveglianza, la stessa versi ancora in una situazione di criticità sul piano della sicurezza.
Callipo, durante il sopralluogo, mi ha fatto notare la mostruosità di una decina di telecamere distribuite in nemmeno 500 metri lineari non funzionanti..
Diciamola tutta, in un bacino produttivo che dovrebbe essere la punta di diamante della Calabria, soprattutto per la sua baricentricità rispetto alle principali vie di trasporto, manca il valore della sicurezza, manca la cura di una piattaforma dalle straordinarie potenzialità.
E questo è semplicemente vergognoso!
Vorrei capire se la Regione, il comune di Lamezia e gli altri enti preposti intendano da subito stimolare un processo di messa in sicurezza nella Ex Sir, tenendo conto del fatto che all’interno della stessa vi sia addirittura una centrale di monitoraggio di apparati di videosorveglianza che sta per diventare un altro pezzo di archeologia industriale.
Che senso ha menare vanto di una burocrazia snellita se poi non solo non avviciniamo gli imprenditori che vorrebbero investire nel cuore della Calabria, ma mettiamo nelle condizioni quelli che ci sono di pensare seriamente di fare fagotto e andarsene?
Ovviamente il mio quesito non si rivolge alla sola Regione, ma anche al Prefetto, il cui ufficio solleciterò in via formale affinchè si verifichi la possibilità che una parte del contingente di “strade sicure” attualmente impiegato a tutela dell’aula bunker sia utilizzato anche a presidio degli stabilimenti industriali, del resto l’area è sempre la stessa.
Tutto questo fino a che non saranno rimesse in funzione le telecamere.
Non abbiamo bisogno di lungaggini burocratiche, gare d’appalto e progettazioni , bisogna rimettere in funzione l’esistente che è costato ai contribuenti un sacco di soldi.
Bisogna agire subito, perché senza sicurezza non ci saranno investimenti, e non possiamo permetterci di respingere l’interesse di industriali che ci chiedono di mettere al sicuro l’area ex Sir.
Su questa vicenda andrò avanti in maniera spedita, visibilizzandone anche gli aspetti grotteschi ( tre enti che governarno una unica area di fatto) in sede parlamentare e ministeriale.
C’è bisogno di un governo chiaro nell’area e per l’area industriale, senza il quale le ambiguità amministrative, i doppioni e gli scaricabarile continueranno a dare forza alla strategia della intimidazione.