Nota UIL Calabria sul 1 Maggio
Buon Primo maggio a tutti i calabresi. Oggi è una giornata di festa, ma quanto è difficile dirlo in una terra in cui la prima emergenza è proprio la mancanza di lavoro? E’ difficile, molto difficile, ma non vogliamo cedere alla negatività e cercheremo di offrire ai calabresi, ai lavoratori, ai disoccupati, ai precari, alle donne e alla politica la nostra visione del presente e del futuro di questa terra.
Proveremo a mettere nero su bianco quali sono le nostre idee per il rilancio strutturale dell’economia calabrese. Primariamente ci rivolgiamo al Governo Conte che, solo poche settimane addietro, è stato in Calabria per dare corso ad una riunione del Consiglio dei ministri che ha dato vita ad un Decreto straordinario per mettere ordine nella sanità calabrese. Un atto importante che, però, deve essere seguito da azioni strategiche e finalizzate per far ripartire la macchina calabrese. Il provvedimento del governo nazionale va verificato e valutato, poi, non nell’immediato, ma nel medio e lungo periodo, fermo restando che il commissariamento, per com’articolata la legge, ha bisogno di alcune modifiche, perché il governo fa bene ad avocare a sé il potere di nomina dei direttori generali delle aziende e a centralizzare gli acquisti, ma deve assolutamente derogare al blocco del turn over, perché c’è un enorme problema di carenza di personale, e deve favorire investimenti nella sanità, dando risposte sulle liste d’attesa e sulla mobilità passiva
Dobbiamo ricordare che questo governo si richiama a un contratto tra Lega e Movimento 5 Stelle: e a nostro avviso adesso questo contratto di governo dev’essere rivisto e ripensato nel modo di affrontare i problemi del Mezzogiorno, nel senso che è necessario che il governo metta in campo un intervento straordinario per il Mezzogiorno e la Calabria, favorendo investimenti pubblici e privati e valorizzando la proiezione naturale del Mezzogiorno nel Mediterraneo. In quest’ultimo senso va inserito il tema del porto di Gioia Tauro, che ha bisogno di investimenti, a partire dalla Zes.
Chiediamo che il governo dia attuazione alla clausola del 34% di spesa pubblica nei confronti del Mezzogiorno, dicendo quante risorse spettano poi alla Calabria, perché bisogna affermare il principio per cui le risorse comunitarie devono essere complementari e non sostitutive di quelle nazionali.
Quindi, occorre ripensare il contratto di governo anche perché il reddito di cittadinanza, pur rispondendo a una buona intenzione, quella del contrasto alla povertà, non sta riscuotendo la risposta attesa, e prevedere un piano straordinario per il Mezzogiorno. Come sindacati confederali abbiamo pensato alla Calabria, a Reggio Calabria in particolare, per svolgere il 22 giugno una manifestazione nazionale unitaria proprio per rilanciare al governo la sollecitazione all’impegno di mettere in campo un intervento di grande portata per il Mezzogiorno e la Calabria, perché l’Italia riparte se si rilancia anche questa parte del Paese. E in questa fase, piuttosto che parlare di parlare di autonomia differenziata e quant’altro, è fondamentale rafforzare un’idea di Italia che punti al rilancio del Mezzogiorno.
Anche la politica calabrese, però, deve fare la sua parte. Il nostro giudizio nei confronti della Giunta regionale resta estremamente critico e negativo, a partire dalle questioni del lavoro, della spesa dei fondi comunitari, delle tante zone d’ombra negli enti a partecipazione pubblica, della mancata attuazione del Patto per la Calabria. Non vediamo nessun obiettivo raggiunto.
Il presidente della giunta regionale, in particolare, deve mettere in condizione la Calabria di poter effettuare una attenta valutazione della programmazione comunitaria. Si tratta di un’azione di onestà amministrativa che potrebbe essere utile a fare il quadro della situazione attuale in riferimento all’impatto del Por Calabria 2014/2020, di cui manca la finalizzazione di circa 800 milioni di euro, sui dati economici, sociali ed occupazionali della Calabria. Si tratta di un’azione determinante per individuare meglio le prospettive future, eliminare gli errori del passato, concretizzare gli investimenti attuali e proiettare fattivamente la regione nel nuovo ciclo di programmazione europea che si sta per aprire.
Al presidente della Regione chiediamo di darsi una mossa, chiediamo che il governo regionale individui due-tre questioni come priorità, e cioè il lavoro, con un percorso serio per la stabilizzazione di Lsu-Lpu e di riprogrammazione degli strumenti per l’occupazione, soprattutto giovanile, e poi il rinnovo del contratto della forestazione e un check up del Patto per la Calabria.
A chi, fra qualche mese, si appresterà a governare la Calabria alla sua undicesima legislatura regionale, chiediamo di sottoscrivere un contratto sociale. Auspichiamo che chi si candiderà a governare la Regione nei prossimi anni voglia parlare di programmi e voglia confrontarsi con le forze sociali e produttive e con il sindacato per verificare la possibilità di sottoscrivere un contratto sociale sulle priorità per lo sviluppo e il rilancio della Calabria. Ci confronteremo con tutti i candidati perché abbiamo idee e proposte da mettere al servizio dello sviluppo della Calabria.
Questa terra ha bisogno di una svolta, una svolta immediata, scevra da qualsivoglia condizionamento. La Calabria ha bisogno dell’impegno delle sue migliori intelligenze per dare corpo ad un progetto che sia in grado di risvegliare questo territorio dallo stallo in cui è stato precipitato. Noi ci saremo.
Santo Biondo
Segretario generale
Uil Calabria