Nota stampa Cultura Identità RC
“Il presepe è un simbolo importante di aggregazione: ci sono ancora oggi, in Calabria, dei borghi che possiamo considerare dei veri e propri presepi viventi, in grado di raccontare una realtà che è quasi dimenticata. Basti pensare a tutti i mestieri degli artigiani che hanno lasciato una significativa, nonché carica di contenuti, impronta di tradizione e di cultura in questo territorio. Quindi, considerando il periodo, abbiamo pensato di dare un indirizzo specifico all’evento di confronto organizzato in città, nel quale abbiamo incluso, proprio alla luce della tematica trattata, anche una visita nell’incantevole Gallicianò, dove, sulla scia delle radici greche ancora vive in Calabria, abbiamo partecipato ad una funzione religiosa alla chiesa ortodossa, condividendo con la comunità locale le tradizioni del luogo”.
Con queste parole Edoardo Sylos Labini, presidente nazionale di CulturaIdentità ha sintetizzato l’iniziativa ospitata dalla Città Metropolitana e dalla Confapi al Palazzo della Cultura “Pasquino Crupi”.
“Borghi come presepi. Un viaggio nella copia originale dell’Italia per riscoprire valori, identità e cultura”: questa la traccia su cui si è sviluppato il dialogo intrecciato da Nino Spirlì, responsabile CulturaIdentità per la Calabria, da Daniele Castrizio, docente dell’Università di Messina, dal sindaco di Bova Santo Casile, da Antonio Taccone, del dipartimento PAU e da Giuseppe Bombino, responsabile per il comprensorio reggino della rete nazionale di operatori culturali uniti (sotto la dicitura CulturaIdentità appunto) nella promozione di un settore che, da solo, dovrebbe rappresentare il reale traino per la crescita del nostro paese, detentore di un patrimonio immenso e prezioso spesso non adeguatamente valorizzato.
“Abbiamo voluto interrogarci insieme ai relatori ed alla vice responsabile regionale di CulturaIdentità Tilde Minasi, intorno ad un argomento che reputiamo fortemente identitario, ovvero quello dei nostri borghi – ha sottolineato Bombino – cioè i luoghi che rappresentano la copia originale dell’Italia, un’Italia che unisce differenze, diversità di paesaggi, di cultura, di ambienti, storie, tradizioni, idiomi, folklore. Tutto questo è rintracciabile all’interno dei borghi, cioè quello spazio abitato in cui questi valori si sono maggiormente conservati, dove vi è un sentimento di permanenza. Lo spunto di riflessione ci riporta, inoltre, ad un’altra dimensione che è quella del presepe e quindi, ancora una volta, di un restauro di significati, di simboli, di icone irrinunciabili”. “Il presepe – ha concluso – come emblema della famiglia, come esempio di quei valori che vogliono permanere e che vogliono continuare a parlare una lingua autentica, l’unica capace di consentire a questa Italia di andare avanti”.
A fare da cornice all’evento le opere realizzate dal reggino Ninì Sapone, uno dei maestri italiani dell’arte presepiale alla cui promozione ha dedicato gran parte della propria esistenza.