Nota stampa, Confcommercio Reggio Calabria

Da mesi abbiamo avviato processi di sviluppo e progettazione interagendo con le principali istituzioni, enti locali, istituti di credito e mondo delle libere professioni per cercare di supportare il nostro territorio di fronte ad una crisi senza precedenti.

 

Da mesi segnaliamo i rischi che il fenomeno Covid possa creare un processo di impoverimento del territorio così forte da piegare l’economia sana verso il basso, e non solo della piccola impresa ma anche delle libere professioni.

 

L’effetto: la perdita del senso dello Stato, del bene comune, dell’economia di rete verso una lotta alla sopravvivenza che renderà tutti più poveri economicamente e moralmente.

 

In un tale contesto abbiamo cercato il dialogo con gli istituti di credito ed i principali enti locali, presentati progetti e proposte, evidenziato l’importanza ed il ruolo dei confidi, dei fondi di garanzia, messo a disposizione un plafond di oltre un milione di euro per la prevenzione del racket e dell’usura ricevendo solo silenzi.

 

Continuiamo a vedere misure spot inadeguate rispetto alle esigenze del territorio, delle imprese e delle libere professioni.

Senza alcun piano di sviluppo di rete, di tutela occupazionale, di ristrutturazione del debito e promozione della domanda.

Ciascun ente continua ad operare in totale autonomia senza generare risorse risolutive alle problematiche del territorio ed investendo fondi per interventi una tantum o di ridotte dimensioni.

Si parla da anni di rete tra imprese ma il cambiamento può avvenire solo se si farà anche rete tra istituzioni in un processo in cui ciascun soggetto riuscirà a partecipare ad un progetto di sviluppo collegato in cui mettere insieme risorse e idee.

 

Oggi non basta un finanziamento agevolato a favore dell’impresa, ma serve un piano di risanamento e formazione dell’imprenditore accompagnato da progetti che stimolino la domanda.

Oggi non serve un contributo di 2000 euro una tantum per l’azienda certamente non risolutivo, ma occorre incoraggiare i consumi con un miglioramento dell’offerta, del servizio, della qualità del prodotto nel rispetto del nostro territorio.

Facciamo, pertanto, un appello agli istituti di credito ed alle istituzioni affinchè diano un concreto riscontro alle nostre richieste e proposte e si facciano promotori di atti concreti, anche al fine di non vedere dispersi fondi come quelli per la prevenzione del racket e dell’usura che, se torneranno indietro, saranno l’ulteriore totem di uno Stato ferito ed incapace di creare sviluppo e speranza.