Nota rete “Salviamo il Poliambulatorio di Villa San Giovanni”
a Rete “Salviamo il Poliambulatorio di Villa San Giovanni”, una rete nata dal basso dall’unione di cittadini, medici di base e lavoratori della sanità, ha partecipato su invito del sindaco Repaci, in qualità di rappresentante dei sindaci dell’area stretto, ad una riunione tra i primi cittadini, che ha dibattuto sul primo punto all’odg riguardante le problematiche sanitarie che vivono i territori. I rappresentanti della rete hanno avuto modo di ribadire che il disastro sanitario, oggi sotto gli occhi di tutti,è il frutto di anni di tagli indiscriminati e attacchi alla sanità pubblica che hanno causato una riduzione drastica di servizi, la chiusura o il drastico ridimensionamento di moltissime strutture sanitarie territoriali,così come confermato da quei sindaci dei comuni dove ricadono altri poliambulatori.
E’ stato posto in evidenza come le carenze nella sanità, messe a nudo dalla pandemia, sono la conseguenza di tagli scellerati per ripagare un debito causato dalla malapolitica e dalla gestione criminale che non ha fatto altro che favorire amici e compari, in un sistema incentrato sul voto di scambio e che ha visto la sanità il bacino di raccolta principale, a danno dei cittadini che per curarsi devono emigrare, quando possono, o peggio rinunciare alle cure. In tutto questo, mentre la sanità pubblica veniva smantellata, quella privata ha lucrato sulla disperazione delle persone e lo vediamo in questi giorni con il discorso dei tamponi.
Andando nello specifico del poliambulatorio di Villa San Giovanni, abbiamo sottolineto la situazione disastrosa in cui versa la struttura: il poliambulatorio copre una popolazione di ben 13 comuni e parte anche della città metropolitana, abbiamo assistito e denunciato situazioni vergognose come le persone in fila dalla 5 del mattino per poter rientrare nella lista di visite fisiatriche, visto che fisiatria ha solo 2 ore alla settimana, persone in mezzo alla strada per ore e ore sotto il sole e la pioggia e con patologie per la scelta del medico, medici in pensione che non vengono rimpiazzati con perdite delle specialistiche, mentre il personale del poliambulatorio e i medici di base devono far fronte alle necessità delle persone senza strumenti idonei.
Tutti questi problemi hanno fatto risvegliare la coscienza e la rabbia delle persone, la loro voglia di partecipare a processi decisionali e infatti la lotta per salvare il poliambulatorio ha visto una risposta enorme da parte dei cittadini,con l’assemblea pubblica del 27 settembre prima e la raccolta firme ora a sostegno di un documento che si presenta come un vero e proprio dossier dettagliato, dove sono sviluppate le criticità ma anche e soprattutto le proposte per uscire da questa situazione disastrosa, elaborato a più mani con il supporto di utenti, medici di base e tecnici del settore. I cittadini stanno chiedendo, con le loro firme, che questo documento diventi patrimonio della collettività. Al termine della raccolta porteremo questo documento sul tavolo dell’asp e all’attenzione dei commissari. L’asp deve porre immediatamente rimedio a questo situazione, la storiella che non ci sono soldi non tiene più e il debito lo deve pagare chi lo ha procurato.
Dall’incontro di oggi auspichiamo che il documento elaborato dalla rete venga sposato sindaci, così come richiesto in questa riunione, e che ci sia un pieno coinvolgimento dei cittadini nei processi decisionali e di confronto sul tema della sanità pubblica, affinchè si possa creare un fronte comune di rivendicazioni che hanno come obiettivo quello di mettere al centro gli interessi della collettività e non di chi lucra sulla salute delle persone. Stiamo programmando nuove mobilitazioni che metteremo in atto quanto prima se non dovessero arrivare risposte certe sulle rivendicazioni che ormai da tempo portiamo avanti.