Nessuno deve essere lasciato solo. L’ANPI al fianco dei cittadini che vengono lasciati da soli.
Una coppia di coniugi reggini, Antonio Zema e Mimma Guerrera, dopo aver a lungo accarezzato l’idea di trascorrere tre settimane in Argentina per riabbracciare alcuni loro parenti, emigrati negli anni ’50 da Reggio Calabria (al pari di centinaia di migliaia di italiani che, nel corso del Novecento, emigrarono ovunque nel mondo, ed in particolare in Argentina), partono finalmente, a fine febbraio, alla volta di Buenos Aires, utilizzando un volo di “Air Europa” (prenotato e pagato anche per il viaggio di ritorno, previsto per il 18 marzo).
Poco tempo dopo l’arrivo a Buenos Aires, dove sono ospiti dei loro parenti, la pandemia li sorprende in Argentina ed il loro viaggio si trasforma in qualcosa che non rientrava affatto nei loro progetti di una bella vacanza da decenni sognata; si trasforma in una condizione di quarantena e di “soggiorno obbligato”, senza poter fare alcuna previsione di rientro in Italia, a causa dell’annullamento del volo di ritorno. Appresa la notizia che gli italiani bloccati all’estero, e in attesa di poter rientrare in Italia, debbono segnalare la loro presenza attraverso i circuiti diplomatici, Totò e Mimma comunicano la loro presenza al Consolato Generale d’Italia di Buenos Aires ed attendono notizie, anche per quel che riguarda gli eventuali controlli sanitari. Ormai svanita l’ipotesi del volo di rientro per il 18 marzo, ormai cancellato, effettuano una seconda prenotazione per il 5 aprile, ma anche questa prospettiva di rientro si dissolve, perché la compagnia “Air Europa” ha sospeso tutti i voli a causa della pandemia. I giorni trascorrono e non riescono ad intravvedere la soluzione al loro problema, nonostante i contatti telefonici e via mail con gli Uffici della Farnesina. Finalmente il 31 marzo ricevono comunicazione che il Ministero è impegnato nell’organizzazione di un volo per poter far rientrare in Italia gli italiani rimasti bloccati in Argentina e compilano i moduli per l’autocertificazione. Dovranno però attendere fino al 18 aprile, giorno in cui dalla segreteria del Consolato perviene una telefonata per comunicare che ci sarebbe stato, in data 23 aprile, un volo di rientro in Italia, effettuato dall’Alitalia. Dal 24 aprile 2020 Totò e Mimma sono a Reggio e quindi si potrebbe pensare “tutto bene quel che finisce bene”.
Ma in realtà non è così. Non solo ci hanno rimesso il pagamento del volo di rientro in Italia, ma si sono visti costretti a sottoscrivere un “contratto” che li obbliga al pagamento dell’incredibile cifra di 4.000 Euro, pari al costo di 2.000 euro a persona per il tanto desiderato rientro a Reggio.
Conclusione intollerabile: Mimma e Totò sono stati lasciati soli.
Soli come tanti altri cittadini che non possono essere dimenticati dalle Istituzioni.
Reggio Calabria 25 maggio 2020