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‘NDRANGHETA: PENTITO RAFFAELE ANGELO, ‘SONO IN MEZZO A UNA STRADA, LO STATO NON MI LASCI SOLO’

Per anni è stato affiliato alla ‘Ndrangheta e ha operato sulla piazza di Catanzaro. Ha agevolato operazioni importanti come ‘Rinascita’ (5 dicembre 2015) e ‘Chiosco’ (24 giugno 2011) che hanno colpito il malaffare catanzarese. È diventato collaboratore nel 2010 dopo 30 anni di militanza nella ‘Ndrangheta. Ora, anche a causa – in almeno un paio di occasioni – del non rispetto delle regole molto rigide che regolamentano i collaboratori di giustizia, è stato estromesso dal programma di protezione a partire dall’aprile di quest’anno. Non solo: anche la moglie ha commesso un’imprudenza che è stata giudicata grave dall’organo competente.

Per questi errori adesso è fuori dal programma. Ma lui non ci sta e rivendica il suo impegno per lo Stato in un’intervista rilasciata a Klaus Davi per il programma KlausCondicio. «Per tanti anni ho consentito a importanti e autorevoli magistrati della procura di Catanzaro come Paolo Petrolo e Salvatore Curcio di mettere a segno importantissime operazioni. Non nego di aver fatto alcuni errori, come non essere rientrato all’orario pattuito in condizione di detenzione domiciliare. Non sono certo errori marginali ma è anche vero che grazie alla mie testimonianze sono state colpite molte famiglie chiave del sistema catanzarese. Non solo: le evasioni dovute a questi miei ritardi le ho pagate con 14 mesi di carcere aggiuntivi. Ora mi ritrovo fuori dal programma e a breve dovrò lasciare la casa in cui vivo nella località segreta. Chiedo soltanto un colloquio de visu con l’ Autorità Giudiziaria per sensibilizzare in merito non solo alla mia posizione ma anche a quella dei miei familiari che sono stati costretti a seguirmi dopo l’adesione al programma e che ora sono in mezzo a una strada».