“Minorenni non accompagnati? No: invasori organizzati!”.
Nella serata di ieri, i militanti di Azione Identitaria Calabria hanno affisso, a Sambiase di Lamezia Terme, uno striscione con scritto: “minorenni non accompagnati? No: invasori organizzati!”.
Con questo gesto, abbiamo voluto esprimere la nostra totale ostilità verso il ricatto della nave Sea Watch 3 della omonima ONG tedesca ai danni del popolo italiano, infine sbarcata con il suo carico di quarantasei clandestini nel porto di Catania.
Azione Identitaria rifiuta le logiche fraudolente che hanno spinto buona parte dei media e dei politicanti italiani a definire “minorenni” o “profughi” questi individui; senza prove e sulla parola. Un incantesimo, una vera e propria stregoneria della parola: “sono donne e bambini”, “sono minorenni”, “fuggono dalla fame e dalla guerra”… quando anche soltanto le fotografie di queste persone ci indurrebbero a pensare a tutt’altro. Menzogne che assurgono al rango di “verità” soltanto in virtù di una ripetizione ossessiva, ipnotica. Ad oggi il ruolo delle mafie africane e del jihadismo islamista nell’organizzazione degli sbarchi clandestini è appurato e oggetto di contromisure in buona parte dei Paesi del Mediterraneo, compresi quelli di partenza.
Ma la menzogna più insidiosa di tutte, alla quale evidentemente credono anche Matteo Salvini, che si dice soddisfatto per la riallocazione presso altri Paesi europei, assieme all’attuale Governo che comunque, ad onor del vero, ha fortemente limitato gli sbarchi, è quella dell’inevitabilità di questo fenomeno… di questa invasione, che pare possa essere ostacolata, sì, ma mai fermata. “Sono soltanto quarantasei”, affermano grossomodo tutti, in coro. “Soltanto” quarantasei, più trenta, più duecentosettanta, più cinquemila, più diecimila… la soluzione, per costoro, è quella di spalmare il “problema” in tutto il territorio europeo, già saturo per decenni di pessime politiche immigratorie?
Oggi l’Italia conta una popolazione straniera che ammonta a “soltanto il 10% del totale”, come affermano giornalisti e statisti, tanto per rassicurarci. Una persona su dieci. Dieci persone su cento, di cui almeno cinque provenienti da contesti etno-culturali assolutamente distanti dal nostro, con tutto ciò che questo comporta.
Anche le modalità operative sono sempre le stesse: i clandestini – spacciati per profughi di imprecisate guerre o carestie africane – vengono imbarcati a poche miglia dalla costa libica. Autorità libiche e, in questo caso, tunisine, non vengono contattate o, in caso di contatto esse con le ONG, vengono ignorate. La loro meta è l’Italia, perché i clandestini a bordo hanno pagato per venire qui. I tassisti del mare. Grossomodo lo stesso mestiere degli scafisti. Ad oggi non sappiamo ancora chi ha finanziato Sea Watch per l’acquisto della sua prima nave e per avviare la sua campagna che ha condotto in Europa, specialmente in Italia, migliaia di clandestini.
Per motivazioni sia ideologiche che economiche, questi finanziatori “occulti” e le loro spalle incistate nella politica degli Stati europei, hanno deciso che gli Europei debbano essere messi in minoranza nelle loro stesse Nazioni native.
È la Grande Sostituzione, alla quale si prestano milioni di africani, tanto illusi a caccia di fortuna quanto criminali veri e propri. Un fenomeno che distruggerebbe l’Europa e che non risolverà nessuno dei problemi dell’Africa, che al contrario si ritroverà sempre più svuotata della sua forza vitale e sottoposta a nuove forme di colonialsimo.
Il nostro compito di patrioti identitari e antimondialisti è fermarla. A chi ancora tentenna lasciamo l’indegno compito di smerciare “minorenni” alla Germania o alla Lituania, nella fiducia che l’incantesimo si spezzi e che chi tanto parla di sovranità diventi realmente sovrano, almeno di sé stesso. Auspichiamo che, al netto di quella che è una sconfitta spacciata per vittoria, le forze “sovraniste” sappiano trovare una soluzione reale al problema nella forma di un blocco navale totale e nella messa al bando di ogni ONG operante falsi salvataggi.
Azione Identitaria